Coronavirus, primi ritardi per Johnson & Johnson in Europa da aprile: «Ma entro la fine del 2021 consegneremo tutto»
UNIONE EUROPEA
La svolta di Johnson & Johnson
L’Unione europea potrebbe non ricevere in tempo le 55 milioni di dosi di vaccino contro il Coronavirus pattuite con la Johnson&Johnson per il secondo trimestre dell’anno. La società farmaceutica, infatti, ha fatto sapere che potrebbero presentarsi problemi di approvvigionamento che potrebbero complicare i piani. La notizia è stata riferita dall’agenzia Reuters che ha citato fonti all’Unione: la scorsa settimana l’azienda farmaceutica ha dichiarato di avere problemi nel reperimento dei componenti del vaccino.
Il vaccino di J&J, che richiede una sola dose, dovrebbe essere approvato l’11 marzo dall’Ema. L’azienda conferma di voler mantenere gli impegni stretti con l’Europa: «In linea con gli accordi stabiliti con la Commissione europea, Johnson & Johnson conferma l’impegno a fornire 200 milioni di dosi del candidato vaccino Janssen Covid-19 entro il 2021, a partire dal secondo trimestre». Johnson & Johnson, tra l’altro, «si impegna a rendere disponibile il suo vaccino anti-Covid senza scopo di lucro per l’uso emergenziale».
CINA
Arriva il passaporto vaccinale per i viaggi oltre confine
Un certificato, in forma digitale o cartacea, sarà lo strumento adottato per la prima volta in Cina come prova della propria vaccinazione anti Covid-19. Disponibile per tutti i cittadini cinesi che lo richiederanno, il passaporto vaccinale verrà distribuito dalla piattaforma WeChat con lo scopo di «aiutare a promuovere la ripresa economica mondiale e a facilitarne i viaggi oltre confine».
A spiegare la decisione è stato il ministro degli esteri di Pechino Wang Yi. La Cina è il primo Paese al mondo a lanciare il tanto discusso passaporto vaccinale, che al momento non risulta essere obbligatorio. Anche Regno Unito e USA caldeggiano da tempo l’idea mentre l’Europa sembra lavorare a una sorta di green pass per permettere ai cittadini vaccinati di muoversi all’interno e all’esterno dei confini europei.
AMERICA LATINA
In Europa 876 mila decessi, in Nord America 547 mila
Ha superato la soglia dei 700 mila decessi il bilancio del Coronavirus in America Latina e nei Caraibi da inizio pandemia. Secondo quanto riferisce l’agenzia di stampa Afp, i 34 Paesi della regione hanno registrato 700.022 decessi a fronte di 22.140.444 casi di contagio. Sempre secondo la Afp, in Europa le vittime sono state finora 876.511 (ieri, 8 marzo, l’Italia ha superato i 100 mila decessi), in Nord America 547.986 e in Asia 259.925.
Come mostra anche il grafico pubblicato su Twitter da Afp, lo Stato più colpito in America Latina è il Brasile, con 266.398 vittime (987 solo nelle ultime 24 ore, secondo i dati del Consiglio nazionale delle segreterie di salute). Il Messico ha registrato oltre 190 mila decessi da inizio pandemia. Pesante il bilancio anche in Colombia (60 mila), Argentina (53 mila) e Perù (47 mila). Le vittime in Cile sono state 21 mila mentre in Ecuador 16 mila.
March 9, 2021
TUNISIA
I ritardi del programma Covax
In Tunisia sono attese oggi, 9 marzo, le prime 30 mila dosi di vaccino anti-Covid Sputnik V dalla Russia, seguite da 500mila dosi «nelle prossime settimane», si legge in una dichiarazione della presidenza che cita «costanti sforzi diplomatici» per procurarsele. La Tunisia, che ufficialmente ha registrato 237.704 casi di Covid-19 e 8.201 morti dall’inizio della pandemia, è una delle ultime nazioni del Nord Africa ad iniziare le vaccinazioni.
Il governo aveva precedentemente annunciato che si aspettava 94 mila dosi di vaccini Pfizer/BioNTech e AstraZeneca da metà febbraio, ma la consegna sotto lo schema Covax guidato dalle Nazioni Unite ha subito ritardi. In questo quadro s’è inserita anche la Cina, che il mese scorso ha promesso di regalare 100 mila dosi a Tunisi. Nel Paese, dove le misure restrittive sono state recentemente allentate, con un coprifuoco notturno che inizia alle 22 invece delle 20, la campagna di vaccinazione dovrebbe iniziare nei prossimi giorni.
March 8, 2021
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