Il manifesto di Rousseau e le condizioni di Casaleggio per il M5s: «Rimarremo insieme se ci sarà un progetto condiviso»
Lo avevano definito un “Manifesto etico“, ma le conseguenze politiche potrebbero essere inevitabili qualora lo si trasgredisse. L’associazione Rousseau ha stilato i dieci (più uno) punti che sintetizzano la sua visione e il suo modus operandi, e che, di fatto, “dettano le condizioni” al M5s per poter restare insieme. Il testo è stato pubblicato ieri sera, 10 marzo: «Se ci sarà un progetto condiviso come in questi undici anni – ha detto Davide Casaleggio in un’intervista al Corriere della Sera uscita oggi – ci sarà ancora un lungo percorso insieme». Casaleggio ha promesso di lavorare per mantenere i rapporti rispettosi tra le parti, a patto che – come ha dichiarato la socia di Rousseau, Enrica Sabatini – i ruoli della piattaforma e del Movimento siano «riconosciuti e rispettati», e che il partito dimostri «un’adesione ai principi e ai valori della democrazia partecipata».
Casaleggio, che ha appoggiato apertamente l’ingresso di Giuseppe Conte nel Movimento, ha auspicato che il metodo di partecipazione dal basso venga mantenuto come caratteristica distintiva del Movimento, e che il tetto dei due mandati non venga percepito come un problema. «Credo sia un valore che ha sempre contraddistinto il M5s – ha detto al Corriere – che permette di mantenere il ricambio necessario per poter far partecipare direttamente i cittadini nelle istituzioni».
I punti del manifesto “ControVento”
- «Il voto è dibattito»
- «Le regole non sono scritte per gli amici»
- «La formazione è la madre della competenza»
- «Rinnovare vuole dire evolvere»
- «Uno non vale l’altro»
- «La piramide è rovesciata»
- «La comunità è maggiore della somma delle sue parti»
- «Il sogno non è utopia»
- «L’esempio è cambiamento»
- «La felicità è partecipazione»
C’è poi un undicesimo punto: «Nessun limite all’immaginazione». «Un punto che lasciamo aperto e che vogliamo scrivere con le persone che vogliono assumersi la responsabilità di essere parte di questo cambiamento», ha spiegato Sabatini.
Da «uno vale uno» a «uno non vale l’altro»
Tra le regole – anzi i metodi, come li ha chiamati Casaleggio – c’è l'”uno non vale l’altro”. Un principio opposto a quello con cui il Movimento si è fatto strada nella politica, e cioè l’uno vale uno: «Serve una selezione meritocratica», ha scandito Sabatini in maniera chiara nella presentazione del decalogo. «E uno non vale l’altro significa anche immaginare processi di nomina trasparenti». Spunta, come visto, anche la conferma senza appello ai limiti di mandato. «Solo così si può assicurare il ricambio nella nostra comunità dando la possibilità a tutti di dare un contributo», insiste Sabatini. «Il limite di mandato rappresenta l’elemento che a livello organizzativo eviti il carrierismo politico e la costruzione di gruppi di potere. Il potere deve essere decentralizzato: per farlo – è la lettura di Rousseau – devono esser trasferite conoscenze e competenze».
Immagine di copertina: ANSA/RICCARDO ANTIMIANI
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