Vaccino AstraZeneca, l’Oms rassicura: «Nessun motivo per non usarlo». L’Ema: «Gravi allergie sono tra i possibili effetti collaterali»
Si allunga la lista dei Paesi che hanno sospeso la somministrazione dei vaccini anti-Coronavirus di AstraZeneca dopo i malori accusati da alcuni pazienti che hanno ricevuto le dosi in Italia e all’estero. Per il momento non esiste alcuna evidenza scientifica che dimostri l’esistenza di un legame diretto tra l’utilizzo del vaccino e i casi di trombosi. Lo ha dichiarato ieri l’Agenzia europea per i medicinali e lo ha ribadito oggi l’Organizzazione mondiale per la sanità. Come ha detto Margaret Harris, portavoce dell’Oms, alla stampa «non c’è motivo» per non utilizzare più il vaccino.
Anche Mario Draghi parlando in conferenza stampa al centro vaccinale di Fiumicino ha riferito il giudizio dell’Agenzia italiana del Farmaco (Aifa) secondo cui «non ci sono prove che questi eventi siano legati alla somministrazione del vaccino». Nel pomeriggio però l’Ema è uscita con una nota che, pur non essendo collegata ai casi di trombosi registrati negli ultimi giorni, riguarda il vaccino di AstraZeneca. Secondo quanto riportato dall’agenzia europea, tra i possibili effetti collaterali del vaccino ci sono anche gravi allergie. L’Ema ha pertanto «raccomandato un aggiornamento delle informazioni sul prodotto per includere anafilassi e ipersensibilità (reazioni allergiche) come effetti collaterali».
La Bulgaria sospende le somministrazioni del tutto. La Romania ritira le dosi di un lotto
Nonostante le rassicurazioni autorevoli della comunità scientifica, sono molti i Paesi – inclusa l’Italia – che hanno sospeso in via precauzionale la somministrazione del vaccino. Oggi è stato il turno della Bulgaria, seguita dalla Romania. Per il premier bulgaro Boyko Borrissov la sospensione rimarrà in atto «finché l’Agenzia europea per i medicinali non avrà dissipato con una dichiarazione scritta ogni dubbio sulla sua sicurezza». In Romania invece la vaccinazione con AstraZeneca continuerà ma le autorità hanno deciso, come misura cautelativa, il ritiro delle dosi rimaste del lotto ABV256, lo stesso per il quale sono stati segnalati problemi in Italia e in altri Stati europei.
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