Giuseppe Sala passa ai Verdi e apre al M5s: «Le alleanze per Milano si fanno su Milano. Il Pd? Troppe correnti»
Sospeso tra l’abbandono improvviso di Nicola Zingaretti e l’arrivo di un nuovo segretario, il Partito democratico perde un altro pezzo. A beneficiarne sono i Verdi europei che adesso potranno fare affidamento anche sull’attuale sindaco di Milano. A dare il benvenuto a Giuseppe Sala ci ha pensato il leader dei Verdi italiani, Angelo Bonelli, che su Twitter scrive: «Con te continueremo il confronto in corso da tempo per eleggere alle prossime elezioni comunali a Milano il primo sindaco verde e costruire il cambiamento politico in nome della giustizia ambientale e sociale». Interpellato sulle vicende dem, per Sala il Pd sta pagando la «scelta di dare troppo spazio, da troppi anni, alle correnti».
March 12, 2021
Sala: «Così farò meglio il sindaco di Milano»
A dare la notizia del passaggio ai Verdi è stato Sala stesso in un’intervista a la Repubblica in cui si definisce «appassionato ecologista», parla della necessità di investire «nella mobilità pubblica e in quella leggera» e rivendica di aver «creato e gestito in prima persona l’assessorato alla Transizione Ecologica». «Per me aderire ai Verdi Europei significa, prima di tutto, fare meglio il sindaco di Milano – dichiara Sala -. E rendere Milano una città sempre più protagonista nello scenario internazionale». Sala rimarrà alla guida di una coalizione di centrosinistra, come sottolinea nell’intervista, in cui apre però alla possibilità di un’alleanza con il Movimento 5 stelle. «Le alleanze per Milano si decidono a Milano. Vediamo se i 5 Stelle faranno, in Italia e in Europa, una scelta di campo».
Il modello di Germania e Francia
L’obiettivo è quello di conquistare l’elettorato giovane insieme emulando quanto fatto in altri Paesi europei. «In Germania i Verdi viaggiano intorno al 20 per cento e sono il secondo partito. in Francia sono al 10 percento […] – continua Sala -. Noi in Italia abbiamo un gruppo verde in Parlamento con tre deputati all’interno del Gruppo Misto. È un buon segno. Ma non basta». Anche nel Parlamento italiano si muove qualcosa, come dichiara Sala. La settimana scorsa tre deputati hanno creato una componente ecologista in Parlamento Facciamo Eco, Rossella Muroni (ex Liberi e Uguali), l’ex ministro Lorenzo Fioramonti (ex 5 Stelle) e Alessandro Fusacchia (ex +Europa).
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