Un 60enne guarito dal Covid stampa 10 mila opuscoli informativi per i concittadini di Empoli: «Vi racconto cosa ho imparato»
Diecimila brochure informative per spiegare alle persone come e perché lottare contro il Covid-19. Dopo 21 giorni di ricovero e una battaglia vinta contro il virus, Gian Luca Borsellini, imprenditore toscano di 60 anni, ha deciso di condividere con gli altri la sua dura esperienza. E così dopo essere stato dimesso dall’ospedale San Giuseppe di Empoli, l’uomo ha stampato in proprio migliaia di opuscoli informativi facendosi aiutare dal direttore di medicina interna Luca Masotti e dal giovane nipote vignettista Damiano Salvatori. Un modo di reagire ai difficili giorni vissuti che ha colpito anche lo stesso Comune di Empoli: l’amministrazione ha deciso di patrocinare l’iniziativa e già nei prossimi giorni aiuterà nella distribuzione delle prime brochure.
«Per fortuna ce l’ho fatta», ha spiegato Borsellini, «quando sono uscito dal ricovero ho pensato a cosa avevo imparato e quanto potessi fare per le persone che stavano continuando a soffrire e per i loro familiari». L’uomo, ora negativizzatosi al virus, racconta del completo senso di smarrimento provato nei giorni della malattia. Per questo «era importante far capire cosa bisogna fare», ha continuato a spiegare.
Gli opuscoli consegnati al Comune saranno presto diffusi nelle farmacie, negli studi medici, negli ospedali e nelle sedi della Caritas. All’interno 5 pagine di informazioni sui possibili sintomi a cui prestare attenzione, sui passi da compiere per informare l’autorità sanitaria e i contatti stretti, sulle misure preventive per evitare una possibile polmonite. «Almeno due volte al giorno e dopo una piccola attività fisica, bisogna monitorare l’ossigeno nel sangue con il saturimetro», spiega Borsellini nel suo opuscolo, «se il valore di SpO2 scende sotto il 92-90%, chiedere al proprio medico una visita domiciliare della Usca».
Le indicazioni più o meno tecniche sono tutte descritte dal punto di vista del paziente, che spiega in questo modo anche la differenza tra essere “negativo” o “negativizzato” e i tempi di rientro al lavoro dopo la guarigione. «Per me è stato fondamentale sapere e conoscere quello che mi stava succedendo per affrontare il tutto con consapevolezza», spiega ancora Borsellini, ribadendo l’obiettivo di far sentire meno soli «tutti quelli che stanno affrontando o rischiano di vivere la mia stessa esperienza».
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