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International Women’s Week, l’ultima vittoria delle donne danesi: «Il sesso senza consenso è sempre stupro»

7 storie di donne provenienti da diversi Paesi europei per raccontare gli ostacoli e le sfide di chi donna ci è nata o ci è diventata. Il progetto di Open continua in Danimarca con la storia di Kirstine Holst che ha combattuto per cambiare la legge sulla violenza sessuale che penalizzava le vittime

Anno dopo anno, i Paesi scandinavi continuano a essere in cima alle classifiche sulla parità di genere. Con stipendi più alti, un welfare più sviluppato, e lunghi congedi di paternità, Islanda, Finlandia, Svezia, Norvegia e Danimarca sono considerati dei paradisi di uguaglianza tra uomini e donne. Proprio la Danimarca, secondo il report Women, Peace and Security Index, pubblicato nel 2019, sarebbe il miglior Paese al mondo dove nascere o diventare donna.

Ma «la parità di genere in Danimarca è un mito». Kirstine Holst è una giornalista freelance. Nel 2017 denunciò un caso di stupro: «Era stato un amico di cui mi fidavo molto», racconta a Open. Una realtà, quella della violenza sulle donne che nei Paesi nordici ha tra le più alte percentuali d’Europa. Uno studio pubblicato da Social Science & Medicine ha rivelato come il 32% delle donne danesi abbia subito violenza domestica, quando il tasso medio europeo è del 22%.

«Ho deciso di usare la mia storia per cambiare la legge»

«Da allora per me è iniziata una lunga battaglia. Ho scoperto che la polizia non aveva condotto indagini accurate e che la maggior parte dei casi di stupro veniva archiviato», dice Holst. Fino al 2020, la legge danese prevedeva che affinché il caso di stupro fosse riconosciuto dovessero essere presentate anche prove di violenza e minacce. «Non lo ritenevo giusto. Sentivo che anche i miei diritti umani erano stati violati. Per questo – racconta Holst – ho deciso di usare la mia storia per cambiare le cose».

Il 17 dicembre 2020 il parlamento danese ha approvato una nuova legge. Finalmente in Danimarca si può parlare di stupro per ogni rapporto sessuale in cui una delle due parti non abbia dato il consenso. «Mi sono sentita sollevata. Avevo lottato cosi tanto, ma c’erano state anche molte minacce», racconta Holst commentando l’opposizione incontrata da varie parti. «Viviamo in un Paese molto sessista. Così molti uomini credono che questa nuova legge permette alle donne di denunciare falsi casi di stupro».

«Proteggerti da uno stupro non è una tua responsabilità»

Come spiega Holst, in Danimarca la legge sullo stupro è molto vecchia: «La donna doveva dimostrare di aver resistito, di aver combattuto, e di aver fatto tutto il possibile per evitare lo stupro». Per il suo impegno Holst ha ricevuto un riconoscimento dalla Danish Women Women’s Society. E finalmente ora, dopo tre anni di sforzi e di battaglie, «le mie figlie potranno vivere in un mondo dove proteggerti da uno stupro non è una tua responsabilità, e dove la vittima non verrà biasimata».

Video di OPEN | Illustrazione di Sonia Cucculelli

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