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International Women’s Week, la storia di Nicole Valeri: «Costretta a scegliere tra il figlio e la carriera»

14 Marzo 2021 - 12:56 Fabio Giuffrida
7 storie di donne provenienti da diversi Paesi europei per raccontare gli ostacoli e le sfide di chi donna ci è nata o ci è diventata. Il progetto di Open torna in Italia per l'ultima puntata

Nicole Valeri ha 30 anni, è di Bolzano, e fino a due anni fa faceva la graphic designer in una casa di produzione televisiva a Milano. Aveva un contratto a tempo indeterminato, aveva fatto sacrifici per ottenere quel posto di lavoro. Poi scopre di essere incinta. Va in maternità ma poco dopo capisce che la sua vita è radicalmente cambiata e che così, com’era stata fino a poco tempo prima, non poteva di certo continuare. «Impossibile fare il turno 10-19 quando va bene con uno stipendio base che non mi permetteva di coprire l’affitto, il nido o la babysitter per mio figlio in una città cara come Milano. Non avevo nessuno che potesse aiutarmi nella crescita di mio figlio, i miei genitori erano distanti», ci spiega. Così, dopo alcuni tentativi, tutti falliti, di trovare una soluzione, come una riduzione dell’orario di lavoro, decide a malincuore di licenziarsi. Dal lavoro della sua vita. «Non avevo alternative, è stata una decisione sofferta perché amavo quello che facevo», ci racconta.

La nuova vita: «Ho aperto uno studio fotografico tutto mio»

OPEN | In foto Nicole Valeri

Coi soldi della disoccupazione Nicole non si perde d’animo e apre uno studio fotografico tutto suo, a Bolzano, che gestisce con sua madre. «Ci siamo specializzati in foto di famiglia, fotografiamo le donne durante la gravidanza – quindi la crescita del pancione, mese dopo mese – fotografiamo anche i loro figli nella crescita, dalla nascita ai primi passi fino ai primi compleanni», dice. Una passione, quella per le foto, che Nicole e sua madre condividono da sempre. Lei ha studiato al liceo artistico, poi ha frequentato l’accademia di belle arti. L’idea di aprire uno studio fotografico «nasce per caso, quasi per gioco», ci confida. E con lei lavorano diverse collaboratrici, tutte donne. Non una scelta casuale: «Conosciamo la fatica delle donne nel mondo del lavoro e ci piace sostenerle. Vogliamo far girare l’economia femminile e dunque vogliamo sostenerci a vicenda».

«Le madri di oggi vivono di rimorsi e sensi di colpa»

OPEN | Nicole Valeri nel suo studio fotografico a Bolzano

Nicole, dunque, non voleva rinunciare alla sua carriera, al suo lavoro, ai suoi sogni. Non voleva nemmeno rinunciare a suo figlio, che è «la sua aria», e così è stata costretta a prendere una decisione difficile, quella di licenziarsi. E le è andata bene. Ma non è sempre così, purtroppo. «Le mamme lavoratrici hanno bisogno di un sostegno diverso. È giusto che una donna si debba dedicare al lavoro senza sentirsi “sbagliata”. L’idea di non poter crescere i nostri figli pesa eccome. Le madri della nuova generazione vivono di rimorsi e sensi di colpa».

Per la realizzazione di questa intervista ringraziamo Il Giusto Mezzo, un gruppo di donne della società civile, tra cui Nicole Valeri, che durante la pandemia hanno deciso di “incontrarsi” per portare avanti alcune battaglie per il futuro del nostro Paese. Un movimento spontaneo per la parità tra donne e uomini in Italia nato sulla scorta dell’appello europeo “Half of It” che chiede l’utilizzo della metà delle risorse del Recovery Fund per superare il divario di genere in Europa.

Video di OPEN | Illustrazione di Sonia Cucculelli

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