L’Italia verso l’approvazione dello scudo legale per i medici vaccinatori. Ecco cos’è e perché è necessario
Nel corso della sperimentazione dei vaccini anti Covid19 si è discusso molto della possibilità di uno scudo legale delle case farmaceutiche produttrici da parte dalle istituzioni americane ed europee. Infatti, una tale tutela pone di fatto una nota di sfiducia nei confronti dell’industria farmaceutica accusata di non dimostrarsi sicura del proprio prodotto. Oggi, a seguito delle recenti indagini giudiziarie per sospetti casi di decessi da vaccino anti Covid19, anche i medici vaccinatori chiedono uno scudo legale consapevoli di trovarsi addosso le stesse accuse, ma è un rischio che bisogna correre.
La protezione penale nei confronti dei medici vaccinatori potrebbe essere un nuovo cavallo di battaglia degli scettici e dei NoVax intenzionati a convincere altri cittadini a non sottoporsi alla vaccinazione, accusando gli operatori di non essere affatto sicuri del prodotto che andranno a somministrare. Sebbene questa situazione possa favorire la sfiducia da parte dei cittadini nei vaccini, bisogna mettere sul piatto della bilancia un problema peggiore: la mancanza di operatori sanitari disposti a inoculare in un periodo emergenziale dove c’è già carenza di personale.
Un problema che riguarda solo l’Italia? No! Anche in Francia si son ritrovati in questa situazione, ottenendo a fine dicembre 2020 delle garanzie per assicurare ai medici vaccinatori di non essere ritenuti responsabili di eventuali effetti collaterali gravi come già giuridicamente previsto nell’ambito delle vaccinazioni obbligatorie. Anche i colleghi di RTL.fr hanno dovuto rispondere alla stessa domanda: la tutela legale dei medici prova la pericolosità del vaccino? La risposta, ovviamente, è no! Non solo, viene comunque riconosciuta una colpevolezza – se provata – dove l’unico a dover pagare è lo Stato tramite l’ONIAM, l’ente pubblico del Ministero della Salute francese incaricato a garantire un risarcimento per le vittime accertate.
Anche in Italia esiste una legge, la 2010 del 25 febbraio 1992, che prevede un indennizzo in caso di comprovato danno irreversibile da vaccino, ma questo riguarda gli eventuali danneggiati a causa di vaccinazione obbligatoria per legge o ordinanza di un’autorità sanitaria. Un po’ come succede in Francia, con la differenza che vengono tutelati anche coloro che vengono sottoposti a vaccinazioni non obbligatorie per legge ma necessarie per motivi di lavoro (come gli stessi operatori sanitari) o per accedere a uno Stato estero. In Italia, nonostante questo, il medico rischia di essere comunque indagato.
Ad intervenire a favore dello scudo legale dei medici vaccinatori è Filippo Anelli, presidente della FNOMCeO (Federazione Nazionale degli Ordini dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri), intervenendo in un’intervista rilasciata al Corriere della Sera a seguito del caso AstraZeneca. Secondo Anelli, l’attuale legislazione permette di rivalersi sul medico che però «non può essere additato come responsabile di effetti indesiderati collegati ipoteticamente» alla dose somministrata. Un conto è se il medico ti somministra adrenalina al posto del prodotto anti Covid19, un altro è iniettare una dose di vaccino difettoso proveniente dalla casa madre per il quale non ha nessuna responsabilità.
Uno scudo legale è possibile, ma per non far vacillare la fiducia della cittadinanza nei confronti degli operatori sanitari e degli stessi vaccini è bene che vengano tolte le «responsabilità» del singolo medico facendole accollare tutte allo Stato, proprio come in Francia e senza imporre un’obbligatorietà vaccinale. Questo non risolverà certamente il problema degli avvocati temerari che, di fronte a un presunto danneggiato da vaccino, intraprenda le vie legali per ottenere un risarcimento giostrandosi nelle aule di tribunale e ottenendo, come abbiamo visto in passato, sentenze a proprio favore nonostante vi fossero evidenti carenze scientifiche a sostengo delle accuse, ma almeno potremmo mantenere in piedi il sistema delle vaccinazioni anti Covid19.
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