L’effetto dei vaccini sulla pandemia è già evidente: da febbraio è crollato il rapporto tra morti e nuovi ingressi in terapia intensiva – L’analisi
Gli effetti positivi della campagna di vaccinazione contro il Coronavirus cominciano a emergere già dopo appena due mesi e mezzo dalla partenza delle inoculazioni in Italia. Secondo la dettagliata analisi pubblicata su lavoce.info dal prof. Enrico Rettore, ordinario di Econometria presso il dipartimento di Economia e Management dell’Università di Padova, dai primi di febbraio il rapporto tra pazienti deceduti per Covid e il numero di persone entrate in terapia intensiva («mediatamente molto più giovani rispetto ai deceduti per Covid») è diminuito del 36%. Un dato importante, da non sottovalutare. Analisi che si è resa possibile solo da quando il ministero della Salute e la Protezione civile hanno reso pubblici i dati degli ingressi giornalieri in rianimazione. Quindi dal 3 dicembre 2020.
Cosa dice questa analisi
Rettore spiega che è stato registrato un numero di decessi per ingresso in terapia intensiva inferiore rispetto a quello di gennaio (mese in cui «per ogni persona entrata in terapia intensiva sono decedute mediamente poco meno di tre persone»). «A partire dai primi giorni di febbraio il rapporto decessi/ingressi in terapia intensiva è progressivamente diminuito in modo regolare. Per gli ultimi giorni disponibili il rapporto vale 1,8, quindi il 36 per cento in meno del livello medio osservato a gennaio», precisa.
Segno che, forse, i vaccini stanno aiutando il nostro Paese nella guerra al Coronavirus. Rettore, poi, evidenzia come il virus in questi 12 mesi abbia colpito di più gli anziani, la fascia più debole e a rischio, e che solo una parte dei decessi Covid ha avuto luogo tra i ricoverati in terapia intensiva. «Il rapporto decessi/ingressi in terapia intensiva diminuisce progressivamente perché la campagna di vaccinazione ha effetti soprattutto sul numeratore del rapporto: tocca molto più i decessi, concentrati nella popolazione più anziana, che gli ingressi in terapia intensiva, concentrati in una popolazione molto più giovane. E questi effetti si stanno manifestando nei tempi attesi: a partire dalla seconda settimana febbraio, cioè circa 20 giorni dopo l’effetto sui casi segnalati documentato nel rapporto Iss del 24 febbraio», conclude.
Foto in copertina: ANSA/SIMONE VENEZIA
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