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Lo scandalo mascherine agita il governo di Angela Merkel: una fornitura di 570 mila Ffp2 imbarazza il ministro Spahn

21 Marzo 2021 - 19:32 Maria Pia Mazza
Secondo lo Spiegel, il dicastero le avrebbe acquistate dalla società in cui lavora il marito del ministro

A oltre un anno dall’inizio della pandemia, la Germania arranca nella gestione del Coronavirus. E a incrinare la fiducia verso il governo di Angela Merkel, pronto a prolungare per il mese di aprile il lockdown nazionale che si sarebbe dovuto concludere il prossimo 28 marzo, arriva ora anche un nuovo scandalo che coinvolge il ministero della Salute, guidato da Jens Spahn. Il dicastero avrebbe acquistato 570.000 mascherine Ffp2 dalla società Burda Gmbh, il cui ufficio di rappresentanza a Berlino è affidato al marito dello stesso Spahn, Daniel Funke.

A rivelarlo è il settimanale tedesco Der Spiegel che ha preso visione del documento inviato dal ministero al Bundestag. L’accordo è stato chiuso senza che sia stato precedentemente aperto un bando, contravvenendo al cosiddetto procedimento semplificato Open House, con cui il governo tedesco nei mesi di marzo e aprile 2020 si impegnava «ad acquisire mascherine da tutti i soggetti che rispondessero a determinati criteri». 

La ricostruzione della vicenda 

L’obiettivo di Berlino era quello di assicurarsi il maggior numero possibile di mascherine. Ma come osserva lo Spiegel «l’acquisizione diretta come nella vicenda di Burda Gmbh è particolarmente controversa, perché in questi casi – in parte – lo stesso ministro è coinvolto nella trattativa». La società Burda, dal canto suo, ha fatto sapere che il marito del ministro Spahn «non è stato né informato né coinvolto nella transazione». Ma resta ignota la figura che ha interloquito con il ministero della Salute per raggiungere l’accordo e il relativo approvvigionamento. Secondo il settimanale tedesco, a far da ponte all’accordo sarebbe stata una ditta ditta con sede a Singapore, per un costo complessivo di 909 mila euro

Le dimissioni dei deputati Csu-Cdu 

Si allarga così lo scandalo sulle forniture anti-Covid che, nelle settimane scorse, ha portato alle dimissioni di alcuni deputati Csu-Cdu. Tra queste, quelle del parlamentare del Cdu Nikolas Löbel, accusato di aver intascato una commissione legata alla compravendita di mascherine, e di Georg Nüsslein, vice-capogruppo dell’Unione di Angela Merkel, accusato di aver ricevuto 650mila euro di provvigioni per far ottenere a un produttore di mascherine contratti di fornitura, senza dichiararle al fisco. 

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