Italia Viva perde un altro pezzo: il senatore Comincini torna nel Pd. Tutte le ultime mosse al calciomercato del Parlamento
«Fu una scelta sofferta per costruire», fuori dal Pd, «una casa dei riformisti», scrive sulla sua pagina Facebook il senatore Eugenio Comincini per annunciare di aver chiesto di poter tornare – dopo un anno e mezzo – nel Pd. «Italia Viva oggi appare sospesa, non decisa su aspetti sui quali per me non può esserci confusione». Secondo Comincini i campi politici, «continuano ad essere due: il centrosinistra, imperniato sul Pd, e il centrodestra, imperniato sulla Lega. Non c’è una terza via: io non vedo le condizioni perché possa nascere un soggetto centrista liberaldemocratico».
Gli spostamenti dall’inizio del governo Draghi
Il cambio di casacca del parlamentare di centrosinistra è solo l’ultimo di una serie di addii che negli scorsi mesi hanno coinvolto da destra a sinistra la politica italiana. A metà gennaio, subito dopo la spaccatura decisa da Renzi, era stato il deputato lucano Vito De Filippo a decidere di lasciare Italia Viva per unirsi al Partito Democratico. Se con Comincini il Pd guadagna un pezzo, poche settimane fa i dem hanno invece perso Giuseppe Sala. Il sindaco di Milano ha annunciato il suo passaggio ai Verdi.
Tra addii semi definitivi, dissidenti e passaggi in altri partiti, in casa Cinque stelle i cambiamenti delle ultime settimane hanno riguardato un po’ tutti. Il volto storico del M5S, Alessandro Di Battista, sembra aver lasciato per sempre i pentastellati. Il suo ritorno in politica, se ci sarà, ha fatto intendere l’ex deputato, non sarà con il Movimento. Il 25 febbraio, il M5S aveva perso un altro pezzo con l’abbandono di Emanuele Dessì. Il senatore, in disaccordo con il voto di fiducia al governo Draghi, ha deciso di andare via. Anche Emilio Carelli, passando al centrodestra, ha detto addio «a un Movimento che ha perso la sua anima».
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