Coronavirus, i vaccini durante la pandemia e il lockdown sono inutili e dannosi? No! Tutto il contrario
È una moda piuttosto consolidata quella di diverse testate di intervistare il camice di turno che fa affermazioni contrastanti sul tema del nuovo Coronavirus rispetto a quanto trova d’accordo la quasi totalità della comunità scientifica. Oggi fa tendenza negare la necessità dei vaccini e degli eventuali lockdown. Analizziamo le principali affermazioni di alcuni medici che, in forza del principio di autorità, vengono riportate acriticamente da diversi quotidiani, in cui si sostiene che «non si vaccina mai durante una pandemia» perché, anzi, questo «potrebbe portare all’emergere di nuove varianti Covid».
Per chi ha fretta:
- Chi presenta affermazioni negazioniste sull’importanza dei piani vaccinali e dei lockdown esprime mere opinioni nell’ambito di interviste, senza avvalersi di studi scientifici rilevanti;
- Chi sostiene l’importanza di tali misure in pandemia lo fa in forza di quanto emerso nella letteratura scientifica di qualità;
- La tendenza di alcune testate non è quella di trasmettere solo messaggi coerenti con quanto consolidatosi nella comunità scientifica, quanto esaltare le rare affermazioni contrarie, allo scopo di massimizzare il numero di lettori.
Analisi
Se una bugia viene detta indossando un camice non diventa verità, ma è semmai un’affermazione più pericolosa, specialmente se ottiene visibilità tramite l’autorevolezza che una testata nazionale conferisce al personaggio di turno. Il trucco è quello del false balance (falso bilanciamento). Da una parte il giornalista cita il “parere” degli “scienziati”; dall’altra intervista un medico che afferma il contrario di quello che dice la comunità scientifica. Così il lettore percepisce il messaggio che esiste un dibattito aperto tra due verità.
Non dovrebbe essere così. Sarebbe buona norma in questi tempi difficili contestualizzare certe affermazioni, collocandole nella giusta dimensione. Consideriamo, per esempio, le due affermazioni principali del momento: vaccini e lockdown «inutili».
Il lockdown non serve visto che il virus è endemico
Tra le segnalazioni pervenute a Open troviamo la seguente affermazione:
Il lockdown è una misura di isolamento che serve per patologie da contatto, come l’Ebola. Allo stato attuale delle cose, quando il virus è ormai endemico, un lockdown funzionerebbe se ad esempio avvenisse nello stesso lasso temporale in tutto il mondo e si vaccinassero contestualmente le persone con un vaccino risolutivo.
Non sappiamo quali sarebbero le evidenze in base alle quali il lockdown funzionerebbe solo con patologie da contatto. Per esempio, avrebbe avuto senso istituire un lockdown per l’Hiv? Questa estrema misura temporanea di distanziamento sociale si basa sulla letteratura consolidata nel campo dell’epidemiologia e dell’infettivologia. Se un patogeno si trasmette per via aerea, limitare le situazioni sociali che ne promuovono la diffusione si è rivelata nei modelli SIR (Susceptible, Infectious, Recovered) la migliore delle soluzioni possibili.
Chi critica queste misure dovrebbe presentare per lo meno un’alternativa, supportata da studi scientifici migliori. Cosa che al momento non risulta agli atti. L’idea che più si avvicina a una presunta alternativa è la proposta di alcuni accademici della Great Barrington che proponevano di lasciare il virus libero di diffondersi permettendogli di diventare endemico, limitando solo gli spostamenti degli anziani, in nome di una non meglio precisata immunità naturale.
Sappiamo benissimo che auspicare una immunità naturale costruita su convalescenti e asintomatici è pura fantascienza, perché smentita proprio dagli studi più autorevoli. Inoltre, più il virus viene lasciato libero di circolare maggiore sarà la probabilità che emergano varianti potenzialmente pericolose.
I vaccini non elimineranno il virus, anzi favoriranno nuove varianti Covid
Proseguiamo con un’altra segnalazione:
È dimostrato che ormai Sars Cov 2 è presente nella popolazione tutto l’anno. I portatori sani sono milioni di italiani. E come è normale, muta. Quanto alle varianti, chi cerca trova! Quante migliaia ce ne saranno in questo momento? Non lo sappiamo! Ovvero, non si vaccina mai durante una epidemia. Perché il virus reagirà mutando, producendo varianti e sarà sempre più veloce di noi.
Precisiamo che al momento il virus non risulta ancora endemico, ma è auspicabile che si accompagni questa fase proprio attraverso le vaccinazioni. I vaccini al momento non sono pensati per debellare il virus (il tempo a disposizione scarseggia), ma a rallentarne la diffusione (principale fonte di mutanti) e accompagnare la fase endemica favorendo l’evoluzione di un virus che non porti al collasso i reparti degli ospedali, riducendo drasticamente le forme gravi e spostando l’incidenza dagli anziani ai più giovani.
Questo virus muta e si conoscono già oltre un migliaio di varianti. Tuttavia un conto sono le varianti di maggiore interesse (VOI), un altro quelle di maggiore preoccupazione (VOC), che sono al momento tre: inglese; brasiliana; sudafricana. Di queste, solo per la prima emergono maggiori indizi di una potenziale pericolosità, che tuttavia non intacca significativamente i vaccini attualmente in distribuzione.
Conclusioni
Diffidate dalle affermazioni sulla pandemia veicolate attraverso semplici interviste prive di contesto. Siate ancor più diffidenti se chi avanza certe tesi può vantare solo dei titoli. Gli esperti si avvalgono principalmente degli studi scientifici più autorevoli, non del proprio curriculum.
Open.online is working with the CoronaVirusFacts/DatosCoronaVirus Alliance, a coalition of more than 100 fact-checkers who are fighting misinformation related to the COVID-19 pandemic. Learn more about the alliance here (in English).
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