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Al via il Consiglio Europeo, Biden ospite d’onore. Usa e Ue uniti sulle sanzioni ma divisi (per ora) dai vaccini

Il presidente americano parteciperà in collegamento video all'incontro dei 27 capi di stato europei, dove si discuterà della pandemia ma anche dei rapporti con Turchia e Russia a pochi giorni dalle sanzioni nei confronti della Cina

«Prima di tutto vorrei esprimere forte soddisfazione per la partecipazione del presidente degli Usa Joe Biden a un segmento del Consiglio». Mario Draghi ha salutato così la decisione del presidente americano di incontrarsi con i 27 leader europei in videoconferenza. Biden si collegherà questa sera con il Consiglio Europeo. Sarà un intervento breve probabilmente, ma dal valore altamente simbolico, come si evince dalle dichiarazioni del presidente del Consiglio europeo Charles Michel. «Ho invitato il presidente degli Stati Uniti a unirsi al nostro incontro per permettergli di condividere la sua visione sulla nostra cooperazione futura – ha dichiarato il politico belga -. È arrivato il momento di ricostruire la nostra alleanza transatlantica».

Parole simili a quelle scelte da Biden in occasione della Conferenza sulla sicurezza di Monaco di febbraio, circa un mese dopo il suo insediamento, per annunciare la fine dell’era Trump, segnata da una certa insofferenza verso i partner tradizionali europei, accusati di approfittare della generosità statunitense a partire dai contributi al budget della Nato considerati troppo esili. «Gli Stati Uniti sono tornati, l’alleanza transatlantica è stata ripristinata», aveva dichiarato allora Biden. A un mese di distanza, il nuovo atto di amicizia, in questo caso più raro che unico. Se a Barack Obama non era stato concesso, l’ultimo caso risale all’estate del 2001 quando alla Casa Bianca c’era George Bush Jr. Il presidente della Commissione europea era Romano Prodi e sul tavolo c’erano i Balcani, dove l’Unione europea era in piena fase di espansione, la cooperazione in Medio Oriente e il cambiamento climatico.

Il Consiglio europeo e la ricerca di un nemico comune

Il Consiglio europeo, che comincia oggi e si concluderà domani, invece sarà dominato dal tema della pandemia di Coronavirus – in particolar modo dalla campagna vaccinale, dopo la revisione del meccanismo di blocco delle esportazioni e l’accordo raggiunto con il Regno Unito – ma anche dalle relazioni con la Russia e la Turchia (nella seconda sessione di lavoro si discuterà invece di trasformazione digitale e di politica industriale). Non è un caso, visto che il vertice arriva a pochi giorni dalle sanzioni europee e statunitensi nei confronti della Cina e a circa tre settimane da quelle dirette alla Russia di Putin «l’assassino», come lo ha bollato il presidente americano in una recente intervista.

L’alleanza si basa su un comune nemico: mentre l’Ue parla della Cina come «rivale sistemico», l’amministrazione americana non fa un segreto del fatto che, come ha spiegato il rappresentante permanente americano presso la Nato Douglas Jones, la Cina sia il «più importante test geopolitico del ventunesimo secolo». Molti degli stessi temi sono stati affrontati anche dal segretario di Stato americano Anthony Blinken negli ultimi due giorni di incontri, prima alla ministeriale Nato e poi nell’incontro con l’Alto rappresentante dell’Ue Josep Borrell, al termine del quale è stato deciso di far ripartire il dialogo Ue-Usa sulla Cina, «come forum per discutere sfide e opportunità», tra cui il cambiamento climatico, altro nemico ufficiale.

America First e il patto transatlantico: prove di coesistenza

Ma tra le parole e i fatti c’è l’Atlantico. Al di là delle sanzioni e della determinazione comune di «affrontare insieme l’atteggiamento di scontro della Russia», come ha dichiarato Blinken, la cooperazione tra Usa e Ue è tutt’altro che affiatata su alcuni dossier, a partire dalla blocco dei vaccini. La richiesta di aiuto da parte dell’Ue – che si era rivolta a Washington per far arrivare altre dosi di AstraZeneca – si è scontrata prima con un “no”, e poi con la decisione di Biden di condividere le dosi soltanto con il Canada e il Messico. America first, insomma. La belligeranza nei confronti della Cina arriva invece dopo il “sì” dell’Ue al Cai, l’accordo bilaterale sugli investimenti, approvato a dicembre 2020 dopo sette anni di negoziati nonostante le rimostranze di Blinken, che aveva chiesto agli alleati di aspettare, e attualmente “ostaggio” delle sanzioni.

Anche sulla Russia non c’è totale armonia. Questa volta a dividere Ue e Stati Uniti è Berlino. Durante la sua visita, Blinken ha chiesto di interrompere la costruzione del gasdotto Nord Stream 2 che collega la Germania direttamente con la Russia «in contraddizione con gli stessi obiettivi di sicurezza dell’Unione europea». In alcuni Paesi europei – soprattutto in Germania – c’è scetticismo rispetto alla decisione degli Stati Uniti di ritardare il ritiro delle truppe dall’Afghanistan. Chissà se la svolta potrebbe arrivare proprio dai vaccini: anche senza rivedere la propria posizione sulle esportazioni, Biden potrebbe accelerare gli accordi di produzione su licenza delle maggiori case farmaceutiche americane, i cui vaccini anti-Covid, almeno fino ad adesso, rappresentano la maggior parte di quelli approvati dall’Ema. D’altronde è stata la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen nel punto stampa con Blinken ad affermare: «Non vedo l’ora di impegnarmi con te, Tony, per rafforzare la catena di fornitura globale per i vaccini».

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