Draghi conferma la riapertura delle scuole fino alla prima media. E sul personale sanitario No Vax: «Presto una norma»
Mentre proseguono i lavori di stesura del nuovo decreto per fronteggiare l’emergenza Coronavirus, il presidente del Consiglio Mario Draghi fa il punto con la stampa per chiarire parte delle nuove misure che entreranno in vigore a partire dal 7 aprile, dopo le festività pasquali. Dalla cabina di regia anti-Covid della mattinata, intanto, è trapelata la decisione di far tornare in classe tutti gli studenti che frequentano la prima media, le scuole elementari e gli asili, a prescindere dalla colorazione della regione. Con dieci minuti di ritardo, alle 14.10, inizia la conferenza di Draghi.
Draghi: «Nuovi criteri per bloccare l’export di vaccini»
«Prima l’unico requisito per bloccare l’esportazione dei vaccini era che l’azienda farmaceutica non rispettasse i contratti. Ieri – 25 marzo -, la Commissione europea ha introdotto i criteri di reciprocità e proporzionalità – sottolinea Draghi, facendo poi un esempio -. Se si ha una spedizione di vaccini verso un Paese che ha già una percentuale di vaccinati elevata, si potrebbe decidere di bloccare l’esportazione». La prima parte della conferenza stampa è concentrata sul tema vaccini, dall’Europa all’Italia.
Sul rapporto tra Ue e Gran Bretagna, compromesso dal contenzioso sui vaccini Astrazeneca, «ognuna delle parti dice che ha ragione: la questione non è tanto decidere chi ha ragione, ma decidere se aspettare gli avvocati in uno dei tanti tribunali competenti. C’è un’enorme quantità di vaccini in Olanda e Belgio – sottolinea Draghi – che dovrebbero partire verso il Regno unito, e rischia di restare inutilizzata. La strada verso cui ci si indirizzerà, che credo migliore, sarà trovare un accordo». Il presidente del Consiglio annuncia anche che all’interno dei confini italiani sarà prodotto il primo vaccino – anche se da parte di aziende straniere – entro tre, quattro mesi.
Sputnik V e obbligo vaccinale per gli operatori sanitari
Sull’azione congiunta con gli altri Paesi europei e su alcuni individualismi degli Stati membri, Draghi precisa che «qui c’è in gioco la salute degli individui, dobbiamo sempre cercare il coordinamento europeo. Poi se, occorre, si procede autonomamente». A proposito dei facili entusiasmi intorno al vaccino russo, «lo Sputnik V può essere prodotto per un massimo di 55 milioni di dosi. Non è stata ancora presentata formale domanda all’Ema, la quale sta facendo comunque una review sulle componenti dello Sputnik. Se tutto va bene, questo vaccino sarà disponibile non prima di tre, quattro mesi».
La novità riguardo alla campagna vaccinale italiana arriva a proposito dell’obbligatorietà dei farmaci biologici per gli operatori sanitari. «Non va assolutamente bene che operatori sanitari non vaccinati siano a contatto con i malati – dichiara Draghi -. La ministra Cartabia sta preparando un provvedimento a riguardo». «Questa norma è al nostro vaglio – integra il ministro della Salute Roberto Speranza, anch’egli presente alla conferenza stampa -. Ma voglio ribadire che l’adesione è stata straordinaria, stiamo intervenendo soltanto per un piccolo pezzetto». Sarà un decreto a introdurre l’obbligo vaccinale, specifica in seguito Draghi.
Scuola e riaperture
La scelta di far riprendere, almeno agli studenti più giovani, la didattica in presenza dopo le festività pasquali è derivata da alcuni miglioramenti nelle curve epidemiologiche. «Le decisioni prese dalla cabina di regia hanno portato a una diminuzione del tasso di crescita dei contagi – afferma Draghi -. C’eravamo detti che se ci fosse stato uno spazio di riapertura, l’avremmo utilizzato per la scuole». Perché ci si è fermati agli studenti di prima media e più giovani? «Aprire ulteriormente aumenta il rischio di contagio. L’attività scolastica in classe, fino alla prima media, di per sé non è fonte di contagio, o meglio lo è in maniera molto limitata».
«Sono le attività para o periscolastiche che fanno aumentare i contagi – aggiunge il presidente del Consiglio -. Più si alza l’attività scolastica, più crescono le attività che gravitano intorno alla scuola, come il trasporto pubblico, e aumenta il rischio di contagio». Il ministro Speranza segnala, a proposito della ripresa della didattica in presenza anche in zona rossa, che «le misure adottate nelle ultime settimane stanno portando elementi di decrescita, sia per l’Rt che per il tasso di incidenza. In un quadro che resta molto prudenziale, possiamo consentirci di fare una scelta – il ritorno in classe – che dà un segnale alla società. Abbiamo scelto, in cabina di regia, di utilizzare questo tesoretto per la scuola».
Polemica con le Regioni
Sul botta e risposta tra presidenza del Consiglio e regioni, innescato dal discorso che Draghi ha fatto al parlamento secondo cui alcuni territori stavano procedendo troppo a rilento con la vaccinazione degli anziani, il premier precisa: «Ho espresso una reazione abbastanza spontanea nel vedere le differenze tra regioni nella somministrazione di vaccini tra gli over 80. Il motivo del richiamo non era quello di rievocare le competenze tra Stato e Regioni, ma semplicemente quello di dire loro di vaccinare più anziani e proseguire la campagna andando in ordine di età».
«Avevo anche detto – aggiunge – che si poteva ultimare la vaccinazione per quelle categorie professionali che l’avevano già iniziata. Ma il criterio dell’età deve tornare a essere prioritario, anche perché i cittadini non capiscono il motivo per cui alcune categorie vengano vaccinate prima se gli over 70 e gli over 80 sono più fragili». Draghi conclude che la risposta messa in campo dalle Regioni è stata comunque positiva, ricordando che la prossima settimana ci saranno una serie di incontri con il governo. «L’importante è lavorare insieme».
Draghi ai governatori: «Scuola deve rimanere aperta». Nessuna imposizione sulle task force
Tuttavia, riguardo alle ordinanze regionali più restrittive in tema scuola, Draghi chiarisce l’indirizzo del governo e ragguaglia le Regioni: «Le scelte dei governatori dovranno essere riconsiderate alla luce dell’affermazione del governo che la scuola in presenza è obiettivo primario della politica del governo». Una dichiarazione che potrebbe causare attriti con i presidenti di Regione che, dall’inizio della pandemia, hanno osservato un atteggiamento più prudente sulla scuola. Per quanto concerne le task force sui vaccini che il governo vorrebbe inviare nelle Regioni in difficoltà, Draghi chiarisce: «Niente è obbligatorio nel rapporto Stato Regioni all’interno di uno schema complessivo previsto dalla Costituzione. L’importante è che, se ci sono, le task force siano adeguate».
Vacanze estive, replica a Salvini e scostamento di bilancio
In merito alle dichiarazioni del ministro del Turismo Massimo Garavaglia, il quale invita gli italiani a organizzare le vacanze estive, il presidente del Consiglio dice: «Sono d’accordo, se io potessi andare in vacanza lo farei volentieri». Ma prima di parlare di ritorno alla normalità e, nello specifico, rispondendo a una dichiarazione fatta da Matteo Salvini nella quale definisce impensabile «tenere chiusa l’Italia anche per tutto il mese di aprile», Draghi replica: «Le chiusure sono pensabili o impensabili solo in base ai dati che vediamo. Le misure hanno dimostrato nel corso di un anno e mezzo di non essere campate per arie. È desiderabile riaprire, la decisione se farlo o meno dipende dai dati».
Draghi, poi, conferma che si vaccinerà con il farmaco di Astrazeneca, «spero settimana prossima. Ho la prenotazione, ma non mi hanno ancora risposto». Tornando alla risposta economica del governo alla pandemia, il premier indica come metà aprile la data in cui sarà annunciata l’entità del nuovo scostamento di bilancio: «Si pensa che lo scostamento di bilancio debba essere alla data della presentazione del Def, quindi a metà aprile. Non annunciamo i numeri per vedere l’effetto che fa, si vede quali e quanti sono i bisogni e da questo emerge lo scostamento necessario», spiega.
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