Biden organizza il suo primo summit sul clima. E invita anche Vladimir Putin e Xi Jinping
Divisi sui diritti umani, uniti per il clima. Così vorrebbe Joe Biden, che oggi ha esteso anche a Vladimir Putin (definito pochi giorni fa un «assassino») e all’altro grande rivale a livello internazionale, il presidente cinese Xi Jinping, un invito per partecipare al primo summit americano sul clima della sua amministrazione. L’evento è intitolato World Earth Day e si terrà il 22 e il 23 aprile. Non a caso la data cade proprio sul quinto anniversario dell’Accordo di Parigi, il primo accordo universale e giuridicamente vincolante sul clima a livello mondiale, da cui Donald Trump aveva ritirato gli Stati Uniti. Lo scopo dell’evento sarebbe dunque quello di rilanciare la leadership americana nella lotta contro il cambiamento climatico, tema molto cavalcato in campagna elettorale da Biden che ha anche nominato l’ex segretario di Stato John Kerry inviato speciale per l’emergenza climatica.
Le sanzioni contro Cina e Russia
L’invito ai due leader arriva a pochi giorni dalle sanzioni americane ed europee nei confronti della Cina per la repressione degli Uiguri, la minoranza musulmana e turcofona dello Xinjiang, nei centri educativi e nei campi di lavoro forzati. La Cina nega mentre gli americani accusano Pechino di genocidio. Accuse che evidentemente non eliminano la possibilità di cooperare su alcuni temi e sfide comuni, come il cambiamento climatico. Lo stesso vale anche per la Russia di Vladimir Putin, già oggetto di sanzioni mirate per l’incarcerazione di Alexei Navalny.
Il World Earth Day
La Russia e soprattutto la Cina sono tra i Paesi che producono la maggiore quantità di gas serra al mondo. Senza un loro contributo, difficilmente la comunità internazionale potrebbe riuscire a contenere l’aumento delle temperature globali entro la soglia critica di 1,5 gradi centigradi rispetto ai livelli pre-industriali. Durante la campagna per le presidenziali Biden aveva promesso che avrebbe fatto tutto il possibile per portare gli Stati Uniti ad essere “neutrale” dal punto di vista delle emissioni entro il 2050. Anche la Russia – che a differenza degli Stati Uniti è tuttora tra i firmatari dell’Accordo di Parigi – ha promesso di ridurre le emissioni di gas serra e riportarle ad essere circa il 75% dei livelli degli anni ’90. La Cina vorrebbe raggiungere la “neutralità” dal punto di vista delle emissioni entro il 2060 anche se, come scrive il Financial Times, al momento la strada è ancora lunga. Il summit è un’occasione per accelerare e l’amministrazione Biden potrebbe usare l’evento per presentare nuove e ambiziosi riforme in campo ambientale, nella speranza che non solo gli alleati ma anche i suoi principali rivali facciano altrettanto.
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