Coronavirus, la Fda ha approvato i tamponi nasali di Amazon: test a tappeto per i lavoratori. L’inizio di un nuovo business?
La pandemia da Coronavirus ha fatto crescere a livelli record il fatturato di Amazon, con entrate che nel 2020 hanno raggiunto quota 386 miliardi di dollari rispetto ai 280 miliardi del 2019 (+38%). Ma tra marzo e settembre dello scorso anno, circa 20 mila dipendenti del gigante dell’e-commerce hanno contratto l’infezione. L’azienda ha dunque deciso di potenziare i controlli, realizzando “in casa” un tampone nasale molecolare (Real-time RT-PCR test) per verificare lo stato di salute dei suoi lavoratori.
Il test, realizzato dalla controllata STS Lab Holdco e validato con campioni provenienti da soggetti asintomatici, è stato approvato dalla Food and Drug administration degli Stati Uniti. Per il momento verrà impiegato solo internamente, ma non è escluso che in futuro possa essere proposto anche sul mercato americano. Si tratta in sostanza di una versione modificata di un altro test per il Covid-19 realizzato dalla BGI Genomics, società cinese leader mondiale nel sequenziamento del genoma umano. Amazon ha iniziato a utilizzare la versione modificata che sarebbe poi diventata il suo test il 28 agosto 2020, collezionando tra la fine di settembre e l’inizio di dicembre oltre 560 mila campioni.
La versione attuale del kit comprende un tampone nasale che il lavoratore interessato può auto-somministrarsi sia sotto la supervisione di un professionista sanitario sul posto di lavoro, sia a domicilio. In quest’ultimo caso, dopo l’auto-somministrazione, il dipendente è tenuto a inviare il tampone al laboratorio aziendale, che provvederà ad analizzarlo e a comunicare il risultato. Amazon ha annunciato che sottoporrà al test i suoi dipendenti su base volontaria ogni 14 giorni, secondo un programma in corso di definizione.
Al momento, come detto sopra, non è chiaro se l’azienda intenda mettere il kit anche sul mercato. Alcuni responsabili contattati dai media americani per ora non hanno risposto in merito a questa eventualità. Di sicuro c’è solo che Amazon – che ha da poco annunciato l’estensione di Amazon Care in tutti gli Stati Uniti – considera da tempo la diagnostica medica come una possibile area di futura espansione. Nel 2018 ha cercato di comprare una start-up che sviluppa test sanitari a domicilio e ha creato un team dedicato alla diagnostica medica all’interno del suo gruppo di ricerca “Grand Challenge”, focalizzato sull’esplorazione di nuovi settori e/o sullo sviluppo di tecnologie in grado di cambiare in profondità quelli già esistenti.
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