Galli avverte: «Primi effetti delle chiusure non prima di metà aprile. Scuola riaperta? Ma va detto che sarà un problema»
Riaprire le scuole e nient’altro. Fondazione Gimbe parla delle restrizioni anti Covid che con il nuovo decreto di mercoledì entreranno in vigore fino alla fine di aprile. «Finché la situazione negli ospedali non migliora non è possibile riaprire nulla oltre alla scuola» dichiara il presidente Nino Cartabellotta, sottolineando come far ripartire l’istruzione sia prima di tutto «una priorità sociale». Non sarà facile questo è certo. «Ci sarà bisogno di un adeguato livello di sicurezza negli istituti, senza contare la questione trasporti» continua Cartabellotta, ribadendo l’importanza di questioni sempre più centrali nella corretta gestione del sistema scolastico in tempo di pandemia.
Galli: «Azzardato dire che non è pericoloso»
E sui nodi ancora da sciogliere si esprime anche il professor Massimo Galli, che dall’Ospedale “Sacco” di Milano, dove è primario del reparto di Malattie Infettive, si allinea a quanto dichiarato da Gimbe. «Siamo ancora in una situazione in cui gli ospedali stanno rientrando in quella fase in cui non si va chiaramente né su né giù, una condizione che merita tutta l’attenzione del caso» ha spiegato l’infettivologo a microfoni di Sky TG24. «Un riflesso sui dati potremo averlo verso la metà di aprile», ed è per questo che Galli invita alla prudenza anche nelle rassicurazioni. La scuola, fra tutti, l’argomento su cui esprimersi con più cautela. «Affermazioni tipo che le scuole non sono elemento di disturbo e di pericolo, in base ai dati che vedo io, mi sembrano azzardate» ha detto il professore, spiegando come la presenza di varianti «che incidono su bambini e ragazzi» siano oggi un forte elemento di timore.
«I test salivari possono rappresentare un elemento di protezione importante»
In merito ai test salivari da eseguire a tappetto su tutti gli studenti, e a cadenza settimanale, Galli si mostra favorevole: «Mi auguro che possano rappresentare un elemento di protezione importante. Tamponare tutti i bambini è invasivo e traumatico, ma test salivari con conferma dal tampone eventualmente è un’altra cosa». Secondo il professore, istruzione e scuola in presenza, oggi vanno riconosciuti come beni primari con l’onestà però di «dichiarare quanto la questione presenti anche implicazioni negative e rischiose». L’arma più potente di tutte per lo scienziato rimane il vaccino, «ma fino a 16 anni non possiamo farlo, per cui sarà fondamentale non prendere sotto gamba i sistemi di riapertura».
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