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Oggi il decreto Covid, Italia blindata fino a maggio: ipotesi riaperture per bar e ristoranti, stretta sui medici no-vax

31 Marzo 2021 - 08:42 Fabio Giuffrida
Governo ancora diviso su possibili allentamenti delle misure ad aprile, in base al miglioramento dei dati. Il premier Draghi insiste di «non voler illudere gli italiani» anche in caso di dati in discesa. Solo ieri 30 marzo i decessi in un giorno sono stati più di 500

Ad aprile tutta Italia resterà in zona arancione o rossa. Nessuna fascia gialla né tanto meno bianca (il sogno della Sardegna “libera” è durato pochissimo). Ancora limitazioni agli spostamenti, bar e ristoranti chiusi se non per asporto e consegne a domicilio; nessun automatismo nel passaggio da una zona all’altra. Insomma, prevale la linea della prudenza e l’Italia resta chiusa fino al 30 aprile. Il governo, infatti, teme una risalita dei contagi di Coronavirus: la situazione epidemiologica funestata dalla diffusione delle varianti, preoccupa il presidente del Consiglio Mario Draghi che ai suoi, in queste ore, ha continuato a ripetere che è «inutile illudere gli italiani con questi numeri». Il riferimento è ai 529 morti di ieri, in appena 24 ore, senza considerare poi le terapie intensive ormai da settimane oltre la soglia critica. Ma nel governo è scontro tra rigoristi (come i ministri Speranza e Franceschini) e gli aperturisti (come i ministri Gelmini e Giorgetti). La Lega, da giorni, pressa per la riapertura delle attività commerciali, bar e ristoranti in primis, almeno a pranzo. Ma il no del governo è secco. Oggi è prevista la cabina di regia e poi il consiglio dei ministri, attesissimo, delle 17.30.

Tutti in zona arancione o rossa, cancellata la fascia gialla

Dal 7 al 30 aprile 2021 tutte le regioni saranno arancioni o rosse. Possibili allentamenti solo se la situazione epidemiologica dovesse migliorare: non ci sarà alcun automatismo, come richiesto dalla Lega e da Forza Italia che, invece, spingono sulla riapertura di ristoranti, cinema, teatri e sale concerto. Al massimo Palazzo Chigi, per tentare una mediazione ed evitare la sfuriata del leader della Lega Matteo Salvini, già sul piede di guerra, potrebbe proporre un «riferimento concettuale», ovvero un sistema che dica, senza imporre passaggi automatici da una zona all’altra, che «se la curva dovesse scendere, le misure verrebbero alleggerite». Insomma, si apre uno spiraglio per i ristoratori nel caso di miglioramento della situazione ma si tratta di una luce, molto flebile, in fondo al tunnel. In altre parole, riaperture in sicurezza ma come e quando ancora non si sa.

Coprifuoco confermato, sì agli spostamenti verso le seconde case

Nessuna zona gialla fino al 30 aprile, coprifuoco confermato dalle 22 alle 5, vietati gli spostamenti se non per motivi di salute, lavoro e necessità o per andare presso il proprio domicilio, abitazione o residenza. Nelle seconde case, invece, ci si potrà recare con il proprio nucleo familiare convivente, anche fuori regione e in zona rossa e sempre con un contratto sottoscritto prima del 14 gennaio 2021. In zona arancione non sarà possibile andare fuori comune ma sarà permesso spostarsi una volta al giorno, sempre nel massimo di due persone, verso un’abitazione privata per andare a trovare amici e parenti. Deroga che non sarà concessa nella zona rossa a partire dal 7 aprile (nei giorni di Pasqua, invece, è consentito andare a trovare amici e parenti sempre con il limite di una sola volta al giorno e nel numero di 2 persone).

A scuola anche in zona rossa (ma solo per i più piccoli)

Per il governo Draghi, e in particolare modo per il ministro Patrizio Bianchi, il futuro dei bambini e dei ragazzi resta una priorità, dopo il disastro dell’ultimo anno con la Dad. Per questo motivo il governo è pronto a riaprire le scuole fino alla prima media dopo Pasqua anche in zona rossa mentre in quelle arancioni saranno in classe gli alunni fino alla terza media e quelli delle superiori ma al 50 per cento. Il governo, adesso, potrebbe inserire nel decreto Covid una norma che vieterebbe ai governatori di chiudere le scuole fino alla prima media. Sarebbe la prima volta. Segno che l’esecutivo non ha gradito le decisioni, diverse da regione a regione, dei vari presidenti. Basti pensare al rigore del governatore campano De Luca sulle scuole.

Arriva l’obbligo di vaccinazione per i sanitari no-vax

Infine, sempre oggi, il governo discuterà dell’obbligo per il personale sanitario di sottoporsi ai vaccini. Si tratta di un decreto ad hoc – ma non si esclude che possa trovar posto anche nelle norme anti contagio – che riguarderà circa 35 mila persone solo nel settore pubblico (alcune, ad onor del vero, non hanno potuto vaccinarsi o perché hanno condizioni di salute che sconsigliano la somministrazione o perché hanno già contratto il virus). Un decreto che riguarderà anche i lavoratori del privato e gli operatori delle Rsa dove il 30-40 per cento non avrebbe aderito alla vaccinazione oltre agli impiegati degli studi medici. Anche il professor Matteo Bassetti, direttore della clinica di Malattie infettive al San Martino di Genova – ospedale in cui è stato registrato un cluster, forse a causa di un’infermiera, risultata positiva al Covid, che non ha voluto vaccinarsi e ha infettato probabilmente una decina di pazienti – si era scagliato contro i sanitari no vax chiedendo al governo il pugno duro e una norma ad hoc. Ma cosa rischiano i sanitari no vax? Si sta studiando la sospensione dal lavoro senza stipendio, con successivo reintegro nel caso di vaccinazione, o lo spostamento ad altre mansioni. Dovrebbe arrivare anche lo scudo penale per i vaccinatori così da evitare ulteriori rallentamenti della campagna vaccinale.

Foto in copertina: ANSA/PAOLO SALMOIRAGO

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