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Croci celtiche e vetri rotti: a Milano blitz contro l’ambulanza dei «tamponi sospesi» – Il video

31 Marzo 2021 - 15:47 Luca Covino
Nata per offrire screening gratuiti a pensionati, precari e migranti, la Brigata Sanitaria Soccorso Rosso era finita nel mirino già a gennaio. Parla a Open uno dei responsabili dell'associazione, Riccardo Germani

Il vetro dell’ambulanza rotto e le croci celtiche disegnate sul simbolo dell’organizzazione: questo si sono trovati di fronte gli operatori della Brigata Sanitaria Soccorso Rosso, no-profit che, dal dicembre del 2020, opera sul territorio milanese offrendo “tamponi sospesi” ed esami di screening gratuiti a tutte le categorie sociali più fragili per fronteggiare l’emergenza da Coronavirus. «All’inizio abbiamo pensato a un dispetto», racconta a Open uno dei responsabili della Brigata, Riccardo Germani, dopo dopo il blitz, avvenuto la mattina del 31 marzo. «La sera precedente ci hanno rotto il vetro e la successiva hanno disegnato i simboli fascisti, rompendo anche un fanalino dell’ambulanza».

Germani: «Colmiamo una falla del sistema sanitario»

Nata dall’unione di Cobas Adl e Medicina Solidale, l’organizzazione, che ha sede presso la Camera del Non-Lavoro di via Volta, struttura occupata nel quartiere Moscova, esiste grazie all’impegno di circa 50 tra medici e operatori sanitari che «una volta terminato il loro lavoro nelle strutture dove sono impiegati, mettono a disposizione la loro professionalità», spiega Germani. «Lo facciamo per le persone che subiscono, nel contesto dalla pandemia, un evidente falla nel sistema della sanità milanese, offrendo un servizio di monitoraggio a tutti coloro che ne hanno bisogno. Le persone che vengono da noi sono le più diverse, la maggior parte sono pensionati, precari, migranti, rider e residenti delle case popolari che non possono permettersi gli esami utili a prevenire i rischi di diffusione del virus», prosegue il volontario.

La polemica con Sardone (Lega)

Già lo scorso 9 gennaio, la Brigata Sanitaria Soccorso Rosso, che prima aveva dedicato il proprio nome all’attrice Franca Rame, aveva visto squarciato il tendone dove vengono eseguiti i tamponi, un presidio sanitario fisso in piazza piazzale Baiamonti, a pochi passi dalla stazione Garibaldi.

«L’attacco di ieri sera arriva dopo la visita di venerdì scorso del sindaco Beppe Sala, mentre operavamo nel carcere minorile “Cesare Beccaria”», racconta Germani. La visita del primo cittadino di Milano, che si era sottoposto a un tampone effettuato da un migrante in attesa di permesso di soggiorno, aveva provocato reazioni via social da parte dell’opposizione, in particolare dell’europarlamentare della Lega Silvia Sardone. In un post pubblicato sul suo account Facebook, Sardone aveva etichettato l’organizzazione come «una sedicente brigata che fornisce supporto ad abusivi e irregolari», una realtà di «radical chic che si divertono a giocare a fare la rivoluzione». Secondo Sardone, «la cosa preoccupante è che il sindaco, chiamato dai cittadini a garantire ordine pubblico e rispetto delle leggi, dialoghi con persone che sistematicamente compiono reati (come le occupazioni abusive) senza minimamente preoccuparsi di ciò, anzi elogiando il “lavoro” di questi abusivi».

Secondo l’organizzazione, si legge nel post Facebook dove si riferisce dell’attacco subito, «Sardone preferisce strizzare l’occhio a chi contrasta la medicina popolare a suon di croci celtiche, non ne dubitiamo, ma forse», proseguono i volontari della Brigata nel messaggio, «sarebbe il caso di mantenere un più dignitoso silenzio di fronte a progetti come il nostro, evitando di ispirare atti fascisti come quello di questa notte». Rispetto a questo dibattito a distanza, «non vogliamo che questa azione subita, né il nostro lavoro, diventino oggetto di strumentalizzazioni a fini elettorali», dichiara Germani. «I nostri scopi sono evidentemente quelli di rispondere a certe mancanze. Al momento, non abbiamo ricevuto alcun messaggio dalla politica milanese, tanti però dalle persone».

Video: Ansa

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