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Russia, Navalny inizia lo sciopero della fame: «Sto perdendo sensibilità alle gambe. Invece di farmi visitare, mi torturano»

31 Marzo 2021 - 18:51 Redazione
navalny putin ritratto carcere
navalny putin ritratto carcere
Il dissidente, attualmente in carcere, denuncia: «Qui la vita di un prigioniero vale meno di un pacchetto di sigarette»

C’è crescente preoccupazione per le condizioni di salute di Alexei Navalny, l’oppositore di Vladimir Putin attualmente detenuto nella colonia penale di Pokrovskaya IK-2, vicino a Mosca. Oggi, 31 marzo, Navalny ha annunciato tramite il suo account Instagram di aver iniziato uno sciopero della fame per protestare contro le sue condizioni di detenzione e in particolare per denunciare il fatto che, stando a quanto scrive lui stesso e quanto hanno dichiarato in passato i suoi avvocati, la struttura penitenziaria in cui si trova gli impedirebbe di ricevere cure adeguate.

Navalny infatti soffrirebbe ancora degli effetti dell’avvelenamento subito il 20 agosto, che lo aveva visto prima finire in coma e poi, dopo una lunga convalescenza in Germania, lo aveva costretto alla sedia a rotelle. Nei giorni scorsi gli avvocati di Navalny avevano lamentato un peggioramento della salute del loro assistito, denunciando il fatto che gli venisse offerto soltanto l’ibuprofene, mentre sua moglie, Yulia Navalnya, aveva accusato Putin di volersi vendicare nei confronti del marito «attraverso giustizia sommaria», accuse negate dal Cremlino che l’aveva invitata a rivolgersi al Servizio Penitenziario Federale.

Navalny: «Sono affamato, ma per il momento ho ancora due gambe»

«Ho il diritto di chiamare un medico e avere farmaci – scrive oggi Navalny -. Né l’uno né l’altro mi sono stati dati. Il mal di schiena si è spostato alle gambe. Alcune parti della gamba destra e ora della gamba sinistra hanno perso sensibilità […] Invece di ricevere assistenza medica, vengo torturato con la privazione del sonno (mi svegliano 8 volte a notte) e l’amministrazione persuade alcuni detenuti a intimidire i detenuti ordinari in modo che non puliscano intorno al mio letto». «La vita di un prigioniero vale meno di un pacchetto di sigarette – conclude il dissidente -. Bene, cosa fare? Ho deciso di fare uno sciopero della fame chiedendo che la legge venga rispettata e che sia permesso a un medico farmi visita. Sono affamato, ma per il momento ho ancora due gambe».

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