Falsificavano i dati sulla pandemia per evitare le chiusure in Sicilia: l’assessore indagato si dimette, ma non risponde ai pm
Sono scattati alcuni arresti questa mattina in Sicilia perché i dati sull’andamento della pandemia di Coronavirus in Sicilia sarebbero stati alterati per evitare misure restrittive più dure per il contenimento dei contagi. L’assessore Ruggero Razza, indagato con altri funzionari dell’assessorato, si è da poco dimesso. A falsificare i numeri sui casi positivi e sui tamponi effettuati, a volte anche quelli sui morti, diretti all’Iss sarebbero stati diversi funzionari del Dipartimento regionale per le attività sanitarie e osservatorio epidemiologico (Dasoe) finiti agli arresti domiciliari con l’accusa di falso materiale e ideologico. Nello Musumeci, governatore della regione, ha accettato le dimissioni di Razza. L’ex assessore nel pomeriggio è stato ascoltato dai pm ma si è avvalso della facoltà di non rispondere. Durante l’interrogatorio era accompagnato dal suo legale, l’avvocato Enrico Trantino.
Gli arresti
Gli arresti effettuati dai Carabinieri del Nas di Palermo e del Comando provinciale di Trapani hanno coinvolto finora la dirigente generale di Dasoe, Maria Letizia Di Liberti, il funzionario della Regio0ne Siciliana Salvatore Cusimano, collaboratore vicino all’assessore Razza, e un dipendente di una società che si occupava della gestione informativa dei dati dell’assessorato alla Salute, Emilio Madonia. Come scrive la Repubblica, secondo l’ordinanza del gip di Trapani, Caterina Brignone, si tratta di un «disegno politico scellerato a cui sembra estraneo il presidente della Regione che anzi pare tratto in inganno dalle false informazioni che gli vengono riferite».
L’indagine
L’inchiesta è partita da un laboratorio di Alcamo, in provincia di Trapani, dove era nato il sospetto che venivano falsificati i dati su centinaia di tamponi. La Procura di Trapani, come comunicato dall’avvocato Vincenzo Abate, ha poi chiarito che dalla condotta dei tecnici del laboratorio non c’erano indizi per sospettare l’eventuale colpevolezza, disponendo poi il dissequestro di macchinari e documenti. Diverse intercettazioni nel corso delle indagini avrebbero poi portato fino ai vertici dell’assessorato regionale alla Salute. Dalle conversazioni è emerso che le modifiche dei dati giornalieri dalla Sicilia erano diventate sempre più sistematiche. Gli episodi sotto indagine sarebbero almeno 40 e arrivano fino al 19 marzo scorso.
Rettifica
Con riferimento all’articolo pubblicato su “Open.online” in data 30.03.2021 dal titolo: “Falsificavano i dati sulla pandemia per evitare le chiusure in Sicilia: l’assessore indagato si dimette, ma non risponde ai pm”, lo scrivente Avv. Vincenzo Abate del foro di ‘Trapani, difensore di fiducia del legale rappresentante pro tempre della “Koala Società Consortile a.r.l.”, ritiene indispensabile ed indifferibile effettuare gli opportuni chiarimenti in merito alle diverse informazioni fornite nel precitato articolo.
In modo particolare, con la presente richiesta si intende fare riferimento ad alcune informazioni contenute nell’articolo in cui si afferma che dal laboratorio sopra citato: “….erano stati forniti dati falsi su decine di tamponi”.
In relazione a siffatte affermazioni, appare opportuno evidenziare che il Tribunale del Riesame delle misure cautelari presso il Tribunale di Trapani con decisione del 23.11.2020 ha annullato il sequestro preventivo disposto nei confronti dei macchinari della società disponendo Pimmediata restituzione degli stessi. Nella motivazione della precitata ordinanza è stato con chiarezza affermata l’assenza del fumus commissi delicti del delitto contestato dalla Procura della Repubblica di Trapani, e parimenti, evidenziata l’assenza di ogni condotta dolosa o negligente da parte dei tecnici del laboratorio.
Si reputa opportuno, inoltre, evidenziare che con decisone del 14.12.2020 la medesima Autorità Giudiziaria (in diversa composizione collegiale) accoglieva anche il secondo atto di riesame proposto dalle difese della “Koala Società Consortile a.r.l.” annullando un secondo provvedimento di sequestro probatorio avente ad oggetto strumentazione e documenti di proprietà della società.
Appare quindi ictu oculi evidente quindi che alla data odierna che nessun riscontro oggettivo sia pervenuto da parte dell’A.G. alla ipotesi investigativa che vedrebbe un’asserita criticità nell’elaborazione dei tamponi processati dalla “Koala Società Consortile a.r.l”.
Si coglie infine l’occasione per evidenziare, che in riferimento alle molteplici illazioni e calunnie aventi ad oggetto la presunta falsità degli esiti dei tamponi, lo scrivente difensore ha ricevuto espresso mandato di attivare innanzi le competenti Autorità Giudiziarie ogni iniziativa utile a tutelare l’onore e la reputazione della società, del proprio amministratore e dei professionisti che per essa lavorano con dedizione e serietà.
Cordialmente
Trapani, 1 aprile 2021Avvocato Vincenzo Abate
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