Sileri: «L’Aifa non fermerà AstraZeneca, ma da Ema possibili limiti su alcune persone: ma che siano chiari»
Il sottosegretario alla Salute, Pierpaolo Sileri, non esclude che l’Agenzia europea dei medicinali (Ema) possa decidere di limitare l’uso del vaccino AstraZeneca per certe categorie di persone, ma ritiene non necessario uno stop generalizzato al preparato di Oxford contro il Coronavirus. Sileri ha sottolineato come AstraZeneca sia stato utilizzato finora «in un numero estremamente alto di soggetti, mentre gli eventi trombotici rari segnalati sono pochissimi». Il bilanciamento rischi-benefici, quindi, dev’essere considerato «positivo senza ombra di dubbio».
Il sottosegretario ha detto anche che l’Ema potrebbe decidere di individuare dei sottogruppi di popolazione che presentano un denominatore comune per un maggior livello di rischio, per poi procedere a valutare il rapporto causa-effetto in questi sottogruppi in relazione agli eventi trombotici rari che sono stati segnalati. La possibilità che per questa via l’Ema arrivi a limitare l’uso del vaccino escludendo alcune categorie «rientra nei processi di farmacovigilanza ed è già successo per tanti altri farmaci, a partire dall’aspirina, per la quale a partire dagli Anni 80 è stato posto un limite d’uso per i bambini sotto i 12 anni per alcuni eventi avversi».
Per Sileri, in ogni caso, la cosa più probabile è che l’Ema possa decidere «limitazioni per età o raccomandazioni per determinate fasce d’età per via di una complicazione estremamente rara in soggetti giovani di sesso femminile». Ma è fondamentale che arrivino indicazioni chiare a livello centrale, che poi tutti i Paese dell’Unione europea sono chiamati a seguire. Altrimenti si rischia di fare confusione: «Il vaccino AstraZeneca è sicuro e ci sono più vantaggi nel farlo che nel non farlo». In ogni caso «non sarà probabilmente oggi l’Aifa a prendere la prima decisione sugli eventuali rischi del vaccino AstraZeneca, ma la dovrà prendere l’Ema a livello centrale».
Se si optasse per una nuova sospensione precauzionale del farmaco o se venissero date nuove raccomandazioni per le donne sotto i 50 anni, quale sarebbe il destino di chi ha già ricevuto la prima dose di AstraZeneca? «Penso si dovrebbe comunque continuare con AstraZeneca anche con la seconda dose», ha risposto il sottosegretario, «non è necessario uno stop generale visto l’esiguo numero di complicazioni» e casi di trombosi dei seni venosi cerebrali. Poiché si tratta di complicazioni «già note per altri farmaci ed esiste una cura, io andrei avanti comunque con la somministrazione, facendo attenzione ai segnali che possono far pensare a un evento del genere».
Infine, sul tema delle riaperture, Sileri è stato chiaro: prima del 20 aprile non se ne parla. «Ad oggi la data del decreto è il 30 aprile, ma i numeri miglioreranno prima. Dal 20 aprile in poi potremo porci delle domande, se anticipare oppure no». Per il momento «un rischio lo abbiamo già preso con la riapertura delle scuole, dal 20 aprile in poi potremo cominciare a fare una scaletta partendo dalle attività che possono aprire prima delle altre grazie alla vaccinazione, ad esempio l’attività formativa per i medici che sono già tutti vaccinati».
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