In Evidenza Benjamin NetanyahuDonald TrumpGoverno Meloni
ATTUALITÀLavoro e impresaLibriRiderWeb

Un nuovo desiderio collettivo contro l’inganno dell’algoritmo: ecco il riscatto di Candido dal potere del click

Il grande inganno è quello di ripetere in continuazione che viviamo nel migliore dei mondi possibili. Ma un rider ispirato a Voltaire svela la verità

Candido è un rider, pedala in bicicletta, con lo zaino sulle spalle. Candido è un invisibile, come Nanni Balestrini chiamava i dannati delle metropoli cui era stato rubato il passato e sottratto il futuro, che vive in un eterno presente regolato dall’algoritmo. È la figura chiave di un’epoca, la nostra, quella in cui ci è dato vivere. Quella in cui i flussi immateriali del capitale finanziario corrono a folle velocità attraverso il globo, in un tempo che sembra sospeso. Basta un click e interi paesi dichiarano bancarotta, basta un click e antichi templi sacri crollano, nuove e sfavillanti città appaiono dal nulla nei deserti. Basta un click e disperate carovane nomadi attraversano i confini alla ricerca della salvezza. Basta un click, e l’algoritmo si è già impadronito delle nostre vite.

Come Diavoli, un collettivo formato intorno alla scatola nera della finanza, con l’obiettivo di indagarne i meccanismi e svelarne i segreti, abbiamo capito fin da subito che dovevamo guardare all’algoritmo. A questo dispositivo che si è impadronito del tempo, che lo ha fermato. Il punto più alto dello sviluppo del capitale: la tecnofinanza. È lì che si gioca la battaglia decisiva, è lì che bisogna agire se vogliamo riappropriarci delle nostre vite. È lì che pedala il nostro Candido. La città dove vive Candido è il nostro futuro tra cinque minuti, come avrebbe detto lo scrittore di fantascienza James G. Ballard, uno dei numi tutelari del nostro collettivo.

Una città la cui architettura sociale è stata ridisegnata dalla fine dell’industria pesante e dall’avvento del capitalismo della piattaforme, in cui il grande inganno è quello di ripetere in continuazione che viviamo nel migliore dei mondi possibili, libero dalla fatica e dalla schiavitù del lavoro grazie a una quasi completa automazione. È un inganno perché non serve andare lontano, nelle miniere dove il lavoro minorile estrae lito, silicio, cobalto, coltan, gli elementi necessari al funzionamento della nostra avanzata tecnologia.

E non serve neppure andare nelle fabbriche, nei capannoni e negli scantinati dove lo stesso lavoro minorile assembla la componentistica dei computer, dei telefonini, delle macchine che da quegli elementi sono nutriti. Lo sfruttamento è ovunque, anche da noi. È nella logistica e nella distribuzione, è nel lavoro precario e nelle differenze di classe, razza e genere. È nell’algoritmo che estrae valore dalla nostra vita, dai nostri sogni, bisogni e desideri.

Da anni ci cimentiamo con la pratica della theory fiction per rendere palesi i meccanismi del capitalismo della sorveglianza, per svelarne i dispositivi del controllo, consapevoli che solo portando a galla le contraddizioni del mondo in cui viviamo sarà possibile un giorno farle detonare. Il nostro Candido, la riscrittura del pamphlet filosofico di Voltaire, serve proprio a questo. Serve a mettere a nudo il potere dell’algoritmo. Candido vuole essere il prestigiatore che alla fine dello spettacolo svela il trucco, mostra l’inganno.

Il viaggio in bicicletta di Candido nella città del nostro futuro tra cinque minuti è la presa di coscienza che da soli non cela faremo mai. Anche perché i nostri bisogni individuali sembrano tutti soddisfatti da questo sistema, ma a guardarli bene questi bisogni non sono le nostre vere necessità, sono le volontà imposte dall’algoritmo. Sono il grande inganno in cui viviamo. Quello di cui abbiamo bisogno sono nuovi e differenti desideri che solo collettivamente saremo in grado di esprimere. Perché una volta svelato il trucco, mentre intorno a noi il pianeta sta collassando, un’unica cosa rimane evidente: solo tutti insieme riusciremo a salvarci.

*Guido Maria Brera, finanziere e scrittore, è a capo degli investimenti del Gruppo Kairos Julius Baer. Ha fondato il collettivo I Diavoli e scritto il romanzo, diventato una serie Tv, I Diavoli. Il suo ultimo libro, scritto insieme al collettivo, è Candido (La Nave di Teseo)

Leggi anche:

Articoli di ATTUALITÀ più letti