Medici e infermieri no vax organizzano la resistenza al vaccino: in 18 mila su un gruppo Facebook privato per aggirare l’obbligo
Ogni minuto che passa, aumentano gli iscritti a No all’obbligo del vaccino per i sanitari. Uniamoci vinceremo: hanno raggiunto quasi quota 18 mila i medici, gli infermieri e gli operatori socio-sanitari che si sono riuniti in un gruppo Facebook privato per fare squadra contro l’obbligo vaccinale per chi opera a stretto contatto con i pazienti. I no vax in camice, adesso, stanno organizzando, per il 21 aprile, una manifestazione a Roma. «Uniti si può vincere. È un momento buio e drammatico, dobbiamo essere coesi», è uno dei tanti slogan che Agi ha estrapolato dal gruppo Facebook.
Gli iscritti si scambiano opinioni su come sottrarsi all’obbligo dei vaccini, contatti di avvocati che possano difenderli e suggerimenti sulle diffide da spedire agli ordini professionali di riferimento. «Buongiorno, mi è arrivata poco fa la mail del mio ordine (provincia di Roma) dove mi si comunica che il mio nominativo è stato comunicato alla regione. Come devo comportarmi quando mi arriverà la mail di convoca dalla Asl? Posso gentilmente contattare un avvocato del gruppo che mi dia delle indicazioni sui passi da fare?», chiede un’iscritta.
Ed ecco cosa le consiglia un utente di No all’obbligo del vaccino: «Se si riceve una chiamata per fare il vaccino, bisogna rispondere con minacce di denunce per reato di stalking, invasione della privacy, attentato al diritto della libertà personale e grave attentato alla salute». C’è anche chi invita i colleghi a utilizzare pratiche di disobbedienza civile: «Non con gli avvocati si vince ma con la nostra assenza. Interi reparti con un’improvvisa carenza di personale valgono più di 100 cause dispendiose».
Per comprendere davvero quanti di loro sono disposti a fare un’opposizione reale all’obbligo di legge, bisognerà attendere la protesta del 21 aprile: i responsabili del gruppo, nel dare appuntamento alle 15 davanti a Montecitorio con il motto «difendere la libertà sanitaria, professionale e scolastica», stanno anche offrendo sostegno logistico per organizzare i mezzi di trasporto da diverse città italiane.
Il 9 aprile, i responsabili del gruppo hanno modificato il nome del gruppo in “uniti per la nostra libertà e i nostri diritti“.
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