Liberato in Libia Bidja, il trafficante di esseri umani accusato di corruzione e crimini contro i migranti
Dopo esser stato arrestato a Janzour lo scorso ottobre dal governo di Tripoli con l’accusa di corruzione, crimini contro i migranti e traffico di esseri umani, Abd al-Rahman al-Milad è stato rilasciato dalle autorità libiche per «mancanza di prove», come riporta Domani. “Bidja” è stato definito dall’Onu uno dei più «efferati trafficanti di uomini in Libia, padrone della vita e della morte nei campi di prigionia, autore di sparatorie in mare, sospettato di aver fatto affogare decine di persone, ritenuto a capo di una vera cupola mafiosa ramificata in ogni settore politico ed economico dell’area di Zawyah».
Per queste ragioni, Bidja era stato sanzionato dalle Nazioni Unite dal luglio 2018 e su di lui pendeva un mandato di arresto internazionale. Accusato di crimini contro l’umanità, era indagato per aver organizzato e gestito le cosiddette connection houses, i luoghi dove i migranti venivano rinchiusi per poi essere ammassati su gommoni per la traversata del Mediterraneo, e abbandonati a possibili annegamenti.
Il trafficante libico, nel 2017, prese parte a due incontri con funzionari del ministero dell’Interno e della Guardia costiera italiana, l’uno al Cara di Mineo, l’altro a Roma. Due occasioni che sollevarono numerosi interrogativi sui rapporti tra Italia e Libia, nonché dubbi sugli accordi presi dalle autorità italiane con la guardia costiera libica, di cui Bidja faceva parte. L’allora ministro dell’Interno, Marco Minniti, dichiarò di non essere al corrente dei viaggi di Bidja in Italia. Stando a quanto riferito dai media libici, Bidja potrebbe essere già stato riammesso nella Guardia costiera libica. E anzi, dopo la sua scarcerazione, sarebbe stato già promosso di grado e accolto con festeggiamenti durante il suo rientro a Zawyah.
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