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Nel piatto uccelli protetti e vietati: il pranzo illegale dei funzionari della Comunità montana di Valle Trompia

19 Aprile 2021 - 12:26 Redazione
65 uccellini protetti, tre a testa: questo il menù del pranzo "rovinato" dalle forze dell'ordine. Sdegnata l'Enpa di Brescia: «Siamo amareggiati e arrabbiati, perché spesso chi dovrebbe dare l’esempio e far rispettare le regole è in realtà il primo che se ne frega»

Quello che è accaduto nella sede della Comunità Montana di Valle Trompia a Gardone Val Trompia, in provincia di Brescia, ha suscitato sdegno e diverse reazioni. Tutto è cominciato quando, all’ora di pranzo di venerdì, i carabinieri forestali hanno fatto irruzione nella struttura scoprendo un pranzo il cui menù prevedeva tre uccellini a testa. In totale 65, come riporta il Corriere. Tutti esemplari protetti dalle normative di riferimento e che, invece, circa venti persone tra dirigenti e impiegati dell’ente sovracomunale, in barba alle disposizioni anti-Covid, stavano allegramente mangiando.

La segnalazione ai carabinieri

La segnalazione arrivata alle forze dell’ordine era chiara: nella sede della Comunità montana di Valle Trompia era in corso un banchetto, dunque un potenziale assembramento. E non solo: i commensali, che avrebbero dovuto dare il buon esempio visto il ruolo rivestito nell’ente, si stavano abbuffando con un menù a base di fauna protetta. Uno scandalo nello scandalo. Uno dei presenti, come ricostruito dal Corriere, durante il controllo dei carabinieri, si sarebbe alzato dicendo: «Sono stato io, quegli uccellini li ho portati tutti io». Per questo è stato denunciato per violazione della legge anti caccia. Sulla violazione delle norme anti-Covid gli accertamenti, invece, sono ancora in corso.

Le reazioni

Si dice «dispiaciuto e rammaricato» il presidente della Comunità montana Massimo Ottelli che è pronto ad «adottare provvedimenti disciplinari». Sdegno è stato espresso da Enpa Brescia: «Siamo amareggiati e arrabbiati, perché spesso chi dovrebbe dare l’esempio e far rispettare le regole è in realtà il primo che se ne frega».

A rincarare la dose la Lega anti-caccia (Lac) di Brescia: «Quanto avvenuto è vergognoso, ennesimo sintomo della ridottissima percezione dell’illegalità venatoria nelle valli bresciane, non a caso al primo posto in Italia, e ai primi in Europa, per l’incidenza del bracconaggio». La sala di un ente pubblico è stata «ridotta a una volgare osteria in cui non solo si violano le norme sul distanziamento sociale ma si mangiano anche uccelli protetti abbattuti probabilmente dagli stessi commensali, allo stesso tempo funzionari e impiegati e, in parte, cacciatori. Se questo è il livello del personale tecnico e dei dirigenti della Casa comune della Valtrompia, come si può sperare che i semplici cittadini rispettino le regole e prima ancora la decenza?».

Foto in copertina di repertorio: Freepik

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