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Bozza decreto Covid: zone gialle e coprifuoco fino al 31 luglio, pass verde varrà sei mesi. Le Regioni frenano sulla scuola: «Impraticabile 100% in presenza»

20 Aprile 2021 - 19:11 Fabio Giuffrida
Dall'1 giugno potranno aprire anche i locali al chiuso (ma solo a pranzo). Dal 15 maggio via libera alle piscine all'aperto; consentito uno spostamento al giorno fino a un massimo di quattro persone in zona gialla; coprifuoco confermato. Ecco la bozza

Mentre era in corso la riunione governo-Regioni, sono emersi alcuni passaggi fondamentali del nuovo decreto anti-Covid, atteso per domani in Consiglio dei ministri. Dalla bozza, infatti, si apprende che torna la zona gialla a partire dal 26 aprile e anche la certificazione verde (cartacea o digitale, valida 6 mesi per vaccinati, guariti dal virus e persone che si sono sottoposte al test molecolare o antigenico nelle 48 ore precedenti) per gli spostamenti tra le Regioni di colore diverso. Le misure dovrebbero essere valide fino al 31 luglio.

La bozza

I locali al chiuso aperti dall’1 giugno

Confermata la riapertura di bar e ristoranti, a patire dal 26 aprile, a pranzo e cena ma con «consumo al tavolo esclusivamente all’aperto» e solo in zona gialla. Dall’1 giugno potranno aprire, ma solo a pranzo, anche i locali che hanno spazi al chiuso.

La riapertura di piscine, teatri, sale da concerto e cinema

Dal 15 maggio, sempre in zona gialla, è prevista l’apertura delle piscine all’aperto, dei mercati e dei centri commerciali anche nei giorni festivi; dall’1 giugno delle palestre; dall’1 luglio delle fiere, dei convegni, dei congressi, dei centri termali e dei parchi tematici. Dal 26 aprile, in zona gialla, confermati anche gli spettacoli aperti al pubblico in teatri, sale da concerto, cinema, live-club e in altri locali o spazi anche all’aperto, a patto che ci siano posti a sedere preassegnati con distanza di almeno un metro. La capienza non può essere superiore al 50 per cento di quella massima: 1.000 spettatori consentiti all’aperto e 500 al chiuso. Alcuni eventi si potranno riservare solo a chi ha il certificato verde. Dall’1 giugno, tra l’altro, si potrà andare a eventi sportivi con capienza degli stadi o palazzetti non superiore al 25 per cento e con massimo 1.000 spettatori all’aperto e 500 al chiuso. Confermato, infine, il coprifuoco dalle 22 alle 5 del mattino.

Uno spostamento al giorno fino a un massimo 4 persone

Nelle zone gialle – fino al 15 giugno – sarà permesso un solo spostamento al giorno per andare a trovare amici o parenti fino a un massimo di 4 persone (prima erano 2) oltre ai minorenni sui quali si esercita la potestà genitoriale. Lo spostamento è consentito sempre dalle 5 alle 22, dunque nel rispetto del coprifuoco, che al momento non cambia. La bozza, poi, ribadisce che lo spostamento nelle zone gialle è sempre consentito sia all’interno della regione che tra le regioni dello stesso colore. Cambia, invece, la situazione per le regioni arancioni dove ci si potrà spostare solo all’interno dello stesso comune. Per uscire dalle zone arancioni o rosse servirà, invece, la certificazione verde.

La scuola

Per quanto riguarda la scuola, invece, la bozza del decreto legge, suscettibile ancora di modifiche, prevede che per le superiori debba essere garantito il rientro in aula per almeno il 60 per cento (e fino al 100 per cento) degli studenti nelle zone gialle e arancioni. In zona rossa, invece, il tetto scende al 50 per cento (massimo al 75 per cento). Le disposizioni «non possono essere derogate da provvedimenti dei presidenti delle Regioni» fatto salvo casi di «eccezionale e straordinaria gravità» dovuti al Covid. Insomma, le Regioni non potranno più fare liberamente. Non sarà più consentito.

La trattativa con le Regioni

L’obiettivo del governo – fanno sapere – è quello di portare tutti gli studenti in aula, in presenza al 100 per cento, quanto prima. «La nostra volontà politica è quella di far terminare agli studenti l’anno scolastico in aula. Per raggiungere questo obiettivo, naturalmente, lavoreremo fianco a fianco con le Regioni e con gli enti locali, per aiutare gli istituti e per rafforzare il sistema del trasporto pubblico», ha detto la ministra Mariastella Gelmini nel corso della riunione con le Regioni (che si è già conclusa). Alcuni presidenti di regione, però, in primis il governatore del Veneto Luca Zaia, hanno proposto che la didattica in presenza a scuola sia solo a richiesta.

Le Regioni, tra l’altro, tramite il presidente Massimiliano Fedriga, hanno espresso soddisfazione per la leale collaborazione del Governo che ha recepito le preoccupazioni dei territori sul ritorno in classe degli studenti delle superiori al 100 per cento. Una soluzione definita «tecnicamente impraticabile» per la capienza dei mezzi pubblici ridotta al 50 per cento e per i limiti strutturali degli edifici scolastici.

Il problema dei trasporti pubblici

Per il presidente dell’Associazione Comuni e sindaco di Bari Antonio Decaro «tutti vogliono la scuola aperta nell’interesse di bambini e ragazzi. Ma il tema di garantire un trasporto pubblico sicuro resta». La soluzione? «Scaglionare entrate e uscite da scuola» con i tavoli prefettizi che decidono di volta in volta «la percentuale di studenti che può partecipare alle lezioni in presenza, sostenibile sotto il profilo dei trasporti». Intanto monta la protesta delle Regioni Calabria, Puglia e Campania che hanno espresso dubbi sul limite minimo di presenza degli alunni a scuola, fissato al 60 per cento. Il limite minimo viene considerato troppo alto.

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