I numeri in chiaro, Pregliasco: «Riaperture? Ci sarà un prezzo da pagare. Coprifuoco alle 23 possibile, ma non adesso» – Il video
«Il dato di oggi evidenza un andamento stabile ma decrescente. Dal 6 aprile diminuiscono i nuovi casi ma anche i saldi dei soggetti malati e dei ricoverati in terapia intensiva hanno finalmente il segno negativo. Purtroppo sono ancora tanti i decessi per Covid, 364 solo oggi. Mezzo milione, invece, le persone attualmente positive, un valore che è ancora sottostimato». A parlare a Open è il virologo Fabrizio Pregliasco, direttore sanitario dell’istituto Galeazzi di Milano. I numeri forniti oggi dalla Protezione civile parlano di un calo di ricoveri e di terapie intensive, 13.844 nuovi contagi in 24 ore, 475.635 attualmente positivi e un tasso di positività in lieve diminuzione (oggi è del 3,9 per cento, ieri del 4,1). I dimessi e i guariti, in una sola giornata, sono 20.552 in più.
Le riaperture
Oggi impossibile non parlare di riaperture, della data del 26 aprile in cui l’Italia proverà a ripartire. Con timore e con grandi rischi. «Queste riaperture sono necessarie. Dopo un anno c’è grande aspettativa sia di tipo psicologico che sociale, soprattutto da parte delle categorie più colpite. La politica, dunque, ha dovuto fare il suo mestiere, cioè mediare tra le tante esigenze, come la necessità di riaprire e quella di non trascurare gli aspetti sanitari. Questo significa prendersi una responsabilità e sapere che si pagherà un prezzo in termini di salute e di persone malate. Questo prezzo dipenderà anche da noi, da come gestiremo queste riaperture, da cosa faremo». Coprifuoco alle 23? «Non subito, andiamo per step», risponde il virologo. E proprio su questo punto è scontro aperto nel governo Draghi contro la Lega di Salvini che ha deciso di astenersi sul decreto Covid.
Cosa succederà nei prossimi mesi
La pandemia quando rallenterà la sua corsa? Quando sarà possibile tornare a una vita semi-normale? «Dipenderà dal primo giro della campagna vaccinale, quindi settembre-ottobre di quest’anno. Ma, attenzione, il virus rimarrà tra noi. Per questo motivo ritengo che sarà necessario, nel 2022 e nel 2023, fare il richiamo del vaccino, aggiornato con le nuove varianti, magari non per tutti ma almeno per le persone più anziane, più fragili o più esposte», conclude.
Foto in copertina di Vincenzo Monaco
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