Il coprifuoco alle 22 infiamma il governo, Pd e M5s contro la Lega che si astiene: «Salvini è irresponsabile»
Niente da fare, Mario Draghi tira dritto sul coprifuoco alle 22. Il Cdm di oggi, 21 aprile, è iniziato con un’ora di ritardo perché Lega e Italia Viva, in una riunione informale con il premier, chiedevano di spostare le lancette in avanti di un’ora. Ma il premier non ha ceduto, e ha mantenuto l’orario invariato, secondo quanto riportato da Adnkronos, almeno fino al primo giugno. Dopo maggio potrebbe essere valutata, dopo un’ulteriore analisi dei dati epidemiologici, una delibera per eliminarlo o far partire il provvedimento dalle ore 23. Prevista tra le tante cose la possibilità di sedersi ai tavoli nei ristoranti al chiuso dal primo giugno.
Oltre alla proroga del coprifuoco, la Conferenza delle Regioni e delle Province autonome ha insistito sulla ripresa delle attività individuali in palestra e in piscina, e la ripartenza dei matrimoni. Sempre «nel rispetto dei protocolli di sicurezza per il contenimento del Coronavirus». Il ministro Luigi Di Maio ha fatto sapere, a pochi minuti dall’inizio del Cdm: «L’impegno sarà mantenuto: le fiere ripartiranno dal 15 giugno. Ne avevamo discusso già durante gli incontri avuti nei giorni scorsi con le categorie di settore. Le fiere internazionali sono un comparto strategico da sostenere», ha detto.
Lega: «Ci asterremo, decreto impone troppi divieti»
La Lega ha dichiarato che, stando così le cose, si asterrà dal voto sul decreto. «Non potevamo votare un decreto che continua a imporre chiusure, coprifuoco, limitazioni. I dati sanitari fortunatamente sono in netto miglioramento. Con rigidi protocolli di sicurezza, con prudenza e mantenendo le distanze, si può anzi si deve tornare a vivere e lavorare al chiuso e all’aperto. Voteremo il prossimo di decreto, se aiuterà i lavoratori. Questo no», ha detto Matteo Salvini.
M5s: «Messa in discussione unità nazionale»
Il M5s si dice «dispiaciuto per l’atteggiamento della Lega. «Questo Governo è nato per incoraggiare la coesione nazionale. Oggi è stata messa in discussione l’unità delle nostre decisioni. In un momento come quello che stiamo vivendo, l’interesse per il Paese viene prima di quello di partito. Purtroppo dalla Lega è un film già visto, che non ha pagato».
Pd: «Continuo atteggiamento contraddittorio della Lega»
Duro anche l’attacco del Pd. «La piattaforma che abbiamo condiviso e che sosteniamo è un punto di equilibrio giusto tra l’esigenza di ripartenza e la tutela della salute. Ravvisiamo nell’atteggiamento della Lega la conseguenza di una contraddizione che è quella di un continuo susseguirsi di ultimatum che portano a questo tipo di incidenti di percorso». E ancora: «Il Pd da sempre è per le riaperture in sicurezza e la strada indicata da Draghi, graduale ma attenta a tutelare salute ed economia, è quella giusta. La scelta di Salvini è irresponsabile e crea confusione nel Paese».
Fedriga e Salvini
In prima fila tra chi appoggiava le modifiche al decreto legge avanzate dalle Regioni, ci sono il presidente del Friuli Venezia Giulia e della Conferenza delle Regioni, il leghista Massimiliano Fedriga e il leader del Carroccio Matteo Salvini. Il primo ha detto ai microfoni di Radio Capital: «Sul coprifuoco c’è un’interlocuzione con il governo. La Conferenza delle Regioni propone, misura assolutamente responsabile, l’ampliamento di un’ora, fino alle 23, per permettere alle attività, nei limiti delle regole, di avere un minimo di respiro». Salvini ieri ha invece fatto sapere che la Lega proporrà la riapertura dai primi di maggio anche delle attività al chiuso e l’estensione almeno fino alle 23 della possibilità di uscire. E poi: «Io chiederei l’estensione dell’orario per uscire la sera e di riaprire alcune attività economiche: non sono richieste di Salvini ma di tutte le regioni italiane, di qualsiasi colore politico. Mi auguro che già prima del Cdm si arrivi a una soluzione di buonsenso».
L’avvertimento del leader leghista: «Non voto il decreto senza proroga al coprifuoco»
A poche ore dal Cdm, Salvini ha fatto pressione per spostare il coprifuoco di un’ora. Secondo la Repubblica avrebbe inviato un sms al premier Mario Draghi, dicendogli: «Sono pronto a non votare il decreto se il coprifuoco non sarà spostato alle 23». Un avvertimento, riportato da la Repubblica, appoggiato anche da svariati presidenti delle Regioni, come il ligure Giovanni Toti e il veneto Luca Zaia che già durante la consueta conferenza stampa di metà mattinata ha detto: «Se la domanda è se possiamo continuare con queste restrizioni all’infinito, la risposta è no». Possibilista era anche la ministra per le Pari Opportunità e la Famiglia Elena Bonetti. «La possibilità di spostare il coprifuoco alle 23 può favorire un’attività di ristorazione meno concentrata e favorire il fatto che non si creino assembramenti», ha detto nel corso di un’intervista a Sky Tg24. «Spero quindi si possa posticipare alle 23».
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