Ddl Zan, Fedez ancora all’attacco: «Ostellari, smettila di fare come ti pare: non sei Beyoncé» – Il video
Con il blocco dei lavori sul disegno di legge Zan contro l’omotransfobia in commissione Giustizia del Senato, Fedez, che si era già schierato a favore del ddl, è tornato all’attacco con alcune stories dal suo account Instagram. «Nonostante più di 300mila firme chiedano la calendarizzazione, e nonostante la maggioranza della commissione Giustizia sia favorevole a calendarizzare il disegno di legge, una persona sola, un singolo, il signor Ostellari, presidente della commissione Giustizia, ha deciso di fare come vuole. Ma allora dico – prosegue Fedez – fatti pagare dalla Lega, non dai cittadini se vuoi fare il c*** che ti pare, perché in democrazia non fai quello che vuoi tu ma quello che il tuo ruolo ti impone di fare». Infine il rapper rivolge un appello al leghista: «A Ostellari questa cosa non piace, ma è come se non gli piacesse la democrazia. Ma Ostellari, tu sei un senatore della Repubblica, non sei Beyoncé! Ripetitelo prima di andare a letto: ‘Sono Ostellari, non sono Beyoncé”».
Nei post, il cantante ha sottolineato il suo punto di vista sull’impegno delle istituzioni e della politica riguardo la questione. «Draghi si è pronunciato sulla SuperLega perché è fondamentale, sono le vere priorità del Paese, ma sul Ddl Zan non ha detto niente, quindi non c’entra nulla il governo».
Lo stallo del ddl Zan
Nel frattempo l’iter del dll è in fase di stallo. Fermo in commissione Giustizia al Senato, il disegno non vede alcuno accordo raggiunto tra i capigruppo della maggioranza. A chiedere la calendarizzazione del provvedimento sono Pd, M5s, Leu e Italia Viva. Resta contraria la Lega. A questo punto, i favorevoli potrebbero chiedere ancora l’avvio della discussione nella commissione, che dovrebbe riunirsi la prossima settimana. «Non voteremo contro quella richiesta», ha detto Massimiliano Romeo, capogruppo leghista al Senato. «Se si spaccherà la maggioranza, ognuno se ne assumerà la responsabilità». E ha aggiunto: «Ho detto di presentare un nuovo disegno di legge sui diritti civili che aumenti le pene per chi discrimina non solo per via dell’orientamento sessuale, e senza i riferimenti alla fluidità di genere, ai reati di opinione e alle scuole. Ho detto: facciamo un nuovo ddl firmato da tutti e in tre settimane diventa legge. Questa è la soluzione per uscirne, ma ci è stato risposto di no perché ‘bisogna andare avanti con il ddl Zan».
Video: Instagram/@fedez
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