Monitoraggio Gimbe, 12 Regioni ancora oltre la soglia critica: «Se le riaperture diventano un “liberi tutti”, l’estate può saltare»
Un calo su più fronti è quello che viene segnalato dal report settimanale della Fondazione Gimbe sui dati Covid in Italia. La discesa riguarda prima di tutto i contagi che nella settimana dal 14 al 20 aprile sono diminuiti del 7,8%: da 106.326 a 90.030. In calo anche decessi e terapie intensive anche se, come ha ha fatto notare il presidente di Gimbe Nino Cartabellotta, «la circolazione del virus nel nostro Paese rimane ancora sostenuta». È per questo che lo scenario delle riaperture viene commentata da Cartabellotta «come una decisione politica coraggiosa ma sul filo del rasoio» che vedrà il comportamento dei cittadini al centro della buona riuscita del piano di ripartenza.
Ricoveri in calo ma ancora oltre la soglia critica
Uno dei dati più importanti da monitorare al momento è quella della pressione sulle strutture sanitarie. La scorsa settimana lo scenario rilevava ancora terapie intensive e aree mediche oltre la soglia consentita, con la conseguente preoccupazione di quello che le riaperture del 26 aprile potrebbero comportare. Il nuovo monitoraggio registra un calo sul entrambi i fronti dei ricoveri. L’area critica è scesa del 15,8% in 14 giorni, con un picco di posti letto occupati raggiunto il 6 di aprile.
Nonostante il calo, proprio come registrato dal precedente report, anche nella settimana dal 14 al 20, la soglia di saturazione supera la percentuale consentita del 30% in 12 Regioni, con 3.151 posti letto occupati in totale. «Numeri ancora alti anche per i nuovi ingressi giornalieri in terapia intensiva» spiega Marco Mosti, Direttore Operativo della Fondazione, «con una media di 182 ingressi/die, seppure in diminuzione da un mese». Sul fronte dei ricoveri ordinari la riduzione registrata in 14 giorni è del 20,7%. I numeri assoluti continuano a rimanere però alto con 23.255 persone ospedalizzate. L’occupazione dei posti letto per Covid supera la soglia critica del 40% in 4 regioni.
I decessi
Anche la curva dei decessi sembra inclinarsi verso il basso. Il report Gimbe registra il 17,5% di morti in meno rispetto alla settimana precedente: da 3.083 a 2.545. Scendono anche i casi attualmente positivi (482.715 contro i 519.220 del precedente monitoraggio), e delle persone in isolamento domiciliare (da 488.742 a 456.309).
Vaccini, all’appello mancano 180mila iniezioni al giorno
Al 21 aprile risultano consegnate 17.752.110 dosi di vaccino anti Covid, il 25,9% di quelle previste per il 1° semestre 2021. «Nelle ultime due settimane sono state consegnate circa 5,7 milioni di dosi: numeri in crescita, ma ancora lontani dal garantire le 3,5 milioni di somministrazioni settimanali del Piano Figliuolo» ha commentato il presidente Cartabellotta, sottolineando importanti dati proprio riguardanti il ritmo di iniezioni giornaliere. Nonostante l’incremento del 35,5% delle dosi inoculate nelle ultime tre settimane, «al 20 aprile la media a 7 giorni delle somministrazioni rimane a quota 315.506 al giorno: oltre 180 mila in meno delle 500 mila previste dal piano per metà aprile».
Il “liberi tutti” di oggi sacrificherà la stagione estiva
In quanto al Decreto Riaperture approvato ieri dal Consiglio dei Ministri, il presidente Cartabellotta non ha dubbi: «è una decisione politica presa sul filo del rasoio se guardiamo ai dati della pandemia e alle coperture vaccinali. Al tempo stesso un coraggioso atto di responsabilità per rilanciare numerose attività produttive e placare le tensioni sociali». Il pericolo più grande da scongiurare è quello di una malsana interpretazione dell’imminente allentamento: «Se le graduali riaperture saranno interpretate come un “liberi tutti”, una nuova impennata dei contagi rischia di compromettere la stagione estiva».
Alla luce di quanto rilevato, l’invito di Gimbe a Governo e Regioni è quello di una strategia condivisa per arginare la risalita dei contagi e, soprattutto, «un piano di medio-lungo periodo per uscire dalla pandemia che tenga conto, oltre che delle coperture vaccinali, di scenari epidemiologici e criticità mai risolte in 14 mesi di pandemia». Il riferimento è dunque non solo agli ultimi scenari delineati dal nuovo decreto Covid ma tutti i mancati investimenti e potenziamenti rilevati durante l’intero periodo di emergenza. Ecco alcune delle proposte:
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