Caso Grillo, Macina (M5s) ritratta: «Un equivoco, sono rammaricata». Bongiorno insiste: «Da lei accuse farneticanti, si dimetta»
«Sono incredula per l’equivoco che è nato». Anna Macina, sottosegretaria alla Giustizia in quota M5s, fa un passo indietro sulle dichiarazioni di ieri riguardo al video pubblicato da Beppe Grillo in difesa del figlio Ciro, implicato in un’inchiesta per stupro: «So bene che il ruolo da me ricoperto implica il rispetto e il riserbo per le indagini in corso – ha detto in una dichiarazione riportata in un articolo de Il Fatto Quotidiano -. Il mio intento era quello di sgombrare il campo da equivoci, invitando tutti ad un passo indietro rispetto alla vicenda giudiziaria. Doppiamente rammaricata, dunque, che sia stata interpretata come un’accusa o un’ingerenza».
Ieri, 22 aprile, Macina, intervistata dal Corriere della Sera, aveva detto a proposito di un video agli atti dell’inchiesta, noto solo agli inquirenti e alle parti in causa perché protetto dal segreto investigativo: «Io non l’ho visto, mi chiedo se non l’abbia visto Matteo Salvini» che «in tv ha riferito di averne parlato con Giulia Bongiorno e ha detto di aver saputo altri dettagli. Non è che questo video che non doveva vedere nessuno, lui l’ha visto? Sarebbe grave».
La replica di Giulia Bongiorno
Giulia Bongiorno, avvocato della vittima del presunto stupro, già ieri aveva annunciato querela: «Siamo di fronte a una doppia interferenza sul processo, prima Grillo, adesso la sottosegretaria, dalla quale mi sono giunte accuse farneticanti», ha detto in un’intervista a la Repubblica. Accuse «da immediate dimissioni e che finiranno in tribunale. Un sottosegretario non deve intromettersi in vicende giudiziarie», ha detto. Quanto alla Lega che vorrebbe Macina fuori dai giochi, ha commentato: «Un sottosegretario alla Giustizia deve garantire imparzialità, non può esprimere supposizioni su un giornale tentando di screditare il difensore della persona offesa allo scopo di trarre d’impaccio il suo referente politico».
Poi il riferimento a quel passaggio del filmato, in cui il fondatore del M5s accusa la giovane donna di scarsa credibilità, per aver denunciato la violenza solo 8 giorni dopo. «Denigrare le vittime, tentare di ridicolizzarle, è un vecchio approccio. Se si è ritenuto di estendere i termini per presentare la denuncia è appunto perché ci si è resi conto che chi subisce violenza fa molta fatica a parlarne: per vergogna, per timore di non essere creduto, per paura di ritorsioni…», ha detto Bongiorno.
Infine, alla domanda se gli interventi di Grillo e della sottosegretaria possano in qualche modo compromettere il processo, ha risposto: «Le vittime di violenza sono persone rese fragili dal dolore. Le ragazze prima hanno assistito alla requisitoria di Grillo, adesso una delle due vede che chi riveste una funzione istituzionale di massimo rilievo tenta di infangare con accuse gravemente offensive e prive di ogni fondamento l’avvocato al quale si è affidata. Insomma, è oggettivo che siamo di fronte a una doppia interferenza».
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