Oggi i nuovi colori: ecco le Regioni pronte a passare in zona gialla. La Sardegna resta in rosso
Da lunedì 26 aprile l’Italia torna a colorarsi di giallo per effetto del nuovo decreto Covid sulle riaperture. Sono tredici le Regioni e Province autonome che, sulla base dei dati del monitoraggio che sarà presentato oggi dall’Istituto superiore di sanità (Iss), dovrebbero passare alla fascia più bassa di rischio, con relativo allentamento delle misure anti Covid: Abruzzo, Emilia-Romagna, Friuli-Venezia Giulia, Lazio, Liguria, Lombardia, Marche, Molise, Piemonte, Umbria, Veneto e le provincie autonome di Trento e Bolzano. Hanno numeri compatibili con la zona gialla anche Campania e Toscana, pur con un indice Rt molto vicino a 1 e una incidenza di casi sopra i 200 per 100 mila abitanti. In bilico tra arancione e giallo Calabria e Basilicata. La Puglia abbandona il rosso per l’arancione. Con ogni probabilità rimarrà arancione la Sicilia e rossa la Sardegna, rischia la fascia di rischio più elevata anche la Valle d’Aosta.
Le prime conferme dei governatori
Ieri sono arrivate le prime conferme ufficiose del passaggio di zona da parte di alcuni governatori. Il presidente della Regione Liguria Giovanni Toti ha detto: «La zona gialla sarà confermata dall’ultimo report del Cts. La Liguria si conferma in zona gialla con un indice Rt abbondantemente sotto 1 e parametri di rischio da zona gialla. In base al nuovo decreto legge di cui non conosciamo ancora il testo – ha concluso -, la Liguria dal 26 aprile potrà riaprire». Allo stesso modo, il presidente della Regione Lazio, Nicola Zingaretti, ha annunciato che «da lunedì saremo zona gialla. Riapriamo finalmente, ma non riapriamo al Covid e quindi stiamo attenti». Conferme anche da Stefano Bonaccini (Emilia-Romagna) e Luca Zaia (Veneto), ottimista Eugenio Giani (Toscana), che ha definito «probabile» il passaggio in giallo.
In 12 Regioni resta elevata la pressione sulle terapie intensive
Con il nuovo decreto, da lunedì riapriranno anche i ristoranti a cena, ma solo quelli che dispongono di spazi all’aperto. «Quello di lunedì non è un liberi tutti», ripete da giorni il presidente della Fondazione Gimbe, Nino Cartabellotta. «La circolazione del virus nel nostro Paese rimane ancora sostenuta», ha detto Cartabellotta riferendosi anche al monitoraggio della Fondazione che evidenzia come in 12 tra Regioni e Province autonome la pressione sulle terapie intensive sia ancora oltre la soglia critica del 30%: Lombardia, Piemonte, Puglia, Toscana, Valle d’Aosta, Emilia-Romagna, Lazio, Marche, Molise, Provincia autonoma di Trento, Liguria, Calabria.
Leggi anche:
- Coronavirus, 255mila dosi somministrate in un giorno, 16,5 milioni da inizio campagna. I vaccinati sono 4,9 milioni
- Dal pass ai ristoranti, dalle palestre ai cinema: tutte le risposte alle domande ricorrenti e ai dubbi sul decreto Covid
- I numeri in chiaro, Taliani: «Il dibattito in corso su scuola e coprifuoco non c’entra con il controllo dell’epidemia»
- Decreto Covid, la lettera delle Regioni a Draghi: «Metodo fuori dalla Costituzione. Via libera a tutti i ristoranti e coprifuoco alle 23»
- Coronavirus, 360 decessi in 24 ore. Tornano ad aumentare gli ingressi in terapia intensiva: 174 (ieri 155)