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Quella notte a casa del figlio di Grillo, parla la ragazza: «Così mi hanno violentata»

24 Aprile 2021 - 08:34 Redazione
ciro grillo audio whatsapp
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La testimonianza della giovane che accusa Ciro Grillo e i suoi amici delle ripetute violenze subite in Sardegna due anni fa

Il nome è di fantasia, ma la sua testimonianza – corredata di foto e video – è agli atti dell’inchiesta. Oggi il quotidiano La Stampa con Gianluigi Nuzzi riporta ampi stralci del racconto di Silvia, la ragazza italo-svedese di 19 anni che accusa Ciro Grillo, il figlio di Beppe, insieme a Francesco Corsiglia, Edoardo Capitta e Vittorio Lauria di stupro di gruppo nei suoi confronti. Tutto comincia alle 14.45 del 17 luglio 2019. Silvia è con la sua amica Roberta, anche questo un nome di fantasia, che si è appena svegliata intontita nel soggiorno della villetta di Grillo a Porto Cervo. Roberta le chiede perché piange e Silvia risponde che l’hanno violentata.

Il 5 luglio Silvia arriva in Sardegna per trascorrere le vacanze dopo la fine della scuola. Poco dopo Roberta la raggiunge. Silvia dorme in un bed & breakfast in località Barrabisa a Palau e si sposta in taxi. Martedì 16 luglio, alle 23.45, va al Billionaire dove deve incontrare altri tre compagni di scuola di Milano. Qui conosce i quattro ragazzi genovesi, al tavolo prenotato a nome di Ciro Grillo. Nei verbali le due ragazze ricordano di aver bevuto della vodka mentre i genovesi sottolineano di più le bevute di Red Bull. A un certo punto iniziano a ballare e dai verbali emerge che ci sarebbe stato un bacio tra Ciro e Silvia, ma niente di più.

Il primo approccio in villa

Attorno alle 3.30 i tre amici milanesi delle due ragazze salutano e se ne vanno. Alle 5 il resto della compagnia paga il conto ed esce. Tutti prendono un taxi e vanno a casa di Ciro. Lungo il tragitto, sempre secondo i verbali, Silvia avrebbe allungato un piede tra le gambe di uno dei ragazzi in quello che viene considerato un atteggiamento di disponibilità. Ma lei nega e dice che non era intenzionale. Arrivano a casa alle 5.30 e Roberta cucina gli spaghetti. Tutti bevono. Francesco Corsiglia, secondo la testimonianza di Silvia, va con lei a prendere delle coperte in un’altra stanza. Qui tenta un primo approccio sessuale contro la volontà della ragazza: la sbatte sul letto e la bacia sulla bocca. Poi Roberta si addormenta sul divano e Silvia rimane con gli altri tre. In pochi minuti, la situazione degenera.

La fuga in bagno

Scrive Nuzzi che Silvia ormai stanca viene accompagnata da Corsiglia in camera. Lei si mette a letto sotto le lenzuola ma il ragazzo non va via, nonostante la ragazza glielo chieda più volte. Corsiglia «la costringe a un rapporto completo. Lei cerca di liberarsi». Intanto gli altri ragazzi stanno lì a guardare sull’uscio della porta, bloccando di fatto l’uscita. «Chi rideva. Chi commentava. Silvia è fisicamente più debole, i giovani sono tutti ben palestrati». La ragazza riesce a liberarsi e si rifugia in bagno, Corsiglia però la raggiunge e la «spinge di spalle nel box doccia per un altro rapporto contro volontà. Lei piange in bagno. Lauria e Capitta le chiedono perché ma lei non risponde. Proprio quest’ultimo le chiede di dormire insieme, ma lei si rifiuta e cerca di svegliare l’amica per andarsene».

Il mattino dopo

Silvia vuole prendere un taxi, ma gli altri la convincono a rimanere a casa. Alle 9 del mattino dice piangendo che Francesco le ha fatto del male e loro non sono intervenuti. A questo punto, sempre secondo il racconto, la ragazza tenuta per i capelli viene costretta a bere della vodka. Lauria l’avrebbe quindi invitata «a dormire in camera matrimoniale», ma lei non capiva più niente in preda all’alcol. Gli altri la raggiungono, le vanno addosso sul letto ubriachi, la violentano a turno e insieme fino a quando perde conoscenza. Alle 14.45 Roberta si sveglia e trova l’amica paralizzata dalla paura. Nessuno parla: «C’era del mutismo da parte di tutti», ricorda Roberta. Silvia cerca i vestiti e si ricopre. Corsiglia e Grillo accompagnano le due ragazze ad Arzachena, dove le giovani alle 15 prenderanno un taxi per tornare al bed & breakfast.

Silvia vuole andare in farmacia a comprare la pillola del giorno dopo, visto che i ragazzi non avevano usato preservativi. Poche ore dopo va alla lezione fissata di kite surfing a Porto Pollo e l’istruttore mette a verbale di averla trovata scostante, come percependo che fosse accaduto qualcosa di brutto: «Ricordo che era molto turbata». Il 19 luglio arrivano in Sardegna i genitori di Silvia, ospiti dello stesso bed & breakfast. All’inizio Silvia si vergogna e non racconta nulla. Ma poi scoppia a piangere: «Mamma, mi hanno violentato». Intanto, i tre ragazzi che Beppe Grillo vede nel video si mandavano su whatsapp messaggi finiti nell’inchiesta. «Ho paura che quella ci ha denunciato», scrive Capitta. E poi: «3 vs 1», invia uno di loro agli amici. Tre contro una».

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