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I numeri in chiaro, Laurenti: «L’Italia in giallo va verso un effetto boomerang. Scuole e mezzi di trasporto preoccupano più di tutto» – Il video

24 Aprile 2021 - 21:05 Giada Giorgi
La professoressa d'Igiene dell'Università Cattolica di Roma commenta la pressione ancora preoccupante sulle terapie intensive e sui reparti Covid. «Massima allerta per le riaperture»

Alla vigilia di un’Italia quasi tutta in giallo, la professoressa d’Igiene dell’Università Cattolica di Roma, Patrizia Laurenti, commenta i dati giornalieri del bollettino sul Covid. La situazione di pressione di terapie intensive e ricoveri ordinari continua a preoccupare: «Lo vedo nella mia realtà ospedaliera del Gemelli di Roma, a una settimana di distanza abbiamo esattamente lo stesso numero di ricoverati in intensiva, la curva non decresce e lo si riesce a vedere anche su piccola scala», racconta Laurenti.

«Rischiamo effetto boomerang»

Per questo l’Italia in giallo ora rischia di essere «un vero e proprio boomerang a livello sanitario che stavolta non risparmierà nessuno», frutto di una scelta politica che la professoressa dichiara di comprendere ma che richiederà da parte della popolazione «uno stato di allerta costante». A preoccupare più di tutto la professoressa Laurenti è la riapertura delle scuole. Le passeggiate all’aperto, di cui molti hanno già cominciato a godere nella giornata di oggi, costituiscono un pericolo limitato «rispetto a quello che potrà succedere nei luoghi chiusi come le scuole e i mezzi di trasporto».

«Non ha senso chiedere quale sia il vaccino migliore»

Sul fronte vaccini, Laurenti racconta lo stato dell’arte dell’importante hub del policlinico Gemelli in cui si somministrano dosi di Pfizer ad anziani over 60, fragili e «anche a qualche operatore sanitario “pentito” che noi abbiamo il dovere di accogliere ovviamente». La domanda più frequente della popolazione a cui la scienziata ora si oppone è quella relativa a quale vaccino si andrà a ricevere: «Alla luce dei dati questa è una domanda davvero senza senso e spero che col passare del tempo si smetta di andare alla ricerca del presunto vaccino migliore da farsi iniettare».

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