CureVac, cosa sappiamo di quello che potrebbe essere il quinto vaccino approvato in Europa
A differenza di altri concorrenti, CureVac non ha rilasciato molti comunicati riguardo ai progressi fatti sul suo vaccino. Abbiamo a disposizione al momento solo uno studio preclinico su primati non umani e quello clinico di fase 1, entrambi preprint. In fase di revisione anche un terzo studio sulla risposta ottimale alla variante sudafricana, eseguito però sui topi. (Per capire meglio come funzionano tutte le fasi di sperimentazione trovate un nostro articolo precedente).
Il vaccino della casa farmaceutica tedesca si chiama CVnCoV e al momento l’Ema sta passando al vaglio i dati sull’ultima fase di sperimentazione. Se gli esiti saranno positivi avremo il quinto vaccino approvato in Europa entro giugno, dopo quelli di Pfizer, Moderna, AstraZeneca e Johnson & Johnson. Un’arma in più per il giro di vite che tutti ci aspettiamo contro il nuovo Coronavirus.
Come funziona
Si tratta di un vaccino a mRNA, basato quindi su un frammento di RNA messaggero, contenente le sole informazioni per far produrre alle nostre cellule gli antigeni di SARS-CoV-2, ovvero le glicorpoteine Spike (S), lo strumento che il virus usa per infettare le cellule. Gli antigeni sono anche il principale bersaglio del Sistema immunitario, che sviluppa così i relativi anticorpi, attraverso i quali “impara” a riconoscere e neutralizzare il virus.
Anche se i livelli osservati dagli studi a disposizione non sono gli stessi delle concorrenti Moderna e Pfizer, il vaccino ha dimostrato capacità neutralizzanti con una buona risposta da parte degli anticorpi. La casa farmaceutica punta anche su una resa produttiva migliore. Anche i tempi di conservazione sembrano ottimali: tre mesi a 5°C e ben 24 ore a temperatura ambiente.
«Per intenderci: per produrre un miliardo di dosi, servono 100 chili di mRna per Moderna, 30 per BioNTech e 12 per CureVac», ha spiegato il professor Enrico Bucci su il Foglio.
Dosi e presunti eventi avversi
Dallo studio di fase 1 leggiamo che si tratta di un vaccino a due dosi comprese tra tra 2 μg e 12 μg, da somministrare a distanza di 28 giorni. Dal punto di vista della sicurezza non sembrano emergere eventi avversi non previsti.
«Non sono stati segnalati eventi avversi gravi correlati al vaccino. Si sono verificati aumenti dose-dipendenti della frequenza e della gravità degli eventi avversi sistemici richiesti e, in misura minore, delle reazioni locali, ma la maggior parte è stata di durata lieve o moderata e transitoria», riportano i ricercatori.
Quando arriverà?
Da quanto riporta l’ultimo comunicato dell’azienda, la Svizzera ha già raggiunto un accordo per 5 milioni di dosi di CVnCoV. Gli ultimi test riguardano uno studio di fase 2b/3 partito il 14 dicembre 2020, denominato HERALD. Ha coinvolto 40 mila partecipanti di età compresa tra i 18 e 60 anni, in America Latina e in Europa.
Dal febbraio 2021 è in corso la rolling review da parte di EMA. Si tratta di una procedura di verifica snellita da diversi passaggi burocratici, senza forzare i tempi necessari alla sperimentazione. Se tutto andrà come previsto dall’Azienda, avremo il quinto vaccino autorizzato in territorio europeo entro giugno.
Foto di copertina: EPA/BAYER AG | CureVac’s Corona vaccine CVnCoV production site at the Bayer AG.
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