Caso Grillo, i legali dei giovani al contrattacco: la tentazione di rendere pubblico il video
Gli avvocati che difendono Ciro Grillo, Francesco Corsiglia, Edoardo Capitta e Vittorio Lauria dall’accusa di stupro di gruppo nei confronti di Silvia, la ragazza italo-svedese che ha denunciato la presunta violenza sessuale avvenuta due anni fa nella villa di Beppe Grillo a Porto Cervo, starebbero meditando di divulgare il video del rapporto sessuale collettivo che secondo il leader del M5s dimostrerebbe che la giovane era consenziente.
La notizia arriva dal Fatto Quotidiano, secondo cui alcuni familiari dei ragazzi indagati hanno chiesto di modificare «o quantomeno ridiscutere» la strategia comunicativa seguita finora per «pensare a un contrattacco», rendendo appunto pubblico il filmato. L’ipotesi sarà al centro di una riunione fra tutti i difensori, in programma domani. Il filmato, come ricorda il quotidiano diretto da Marco Travaglio, è oggetto di due opposte interpretazioni: per l’accusa è un elemento di prova della violenza sessuale commessa ai danni di una ragazza indebolita dall’assunzione di sostanze alcoliche, per la difesa dimostrerebbe al contrario che non è stata commessa alcuna violenza.
I legali al momento ribadiscono che secondo loro «il processo va condotto in aula, non sulla stampa o in tv». Ma si dicono anche «consapevoli che in questo momento questa scelta possa significare esporsi a un massacro mediatico». Del resto, il video con cui Beppe Grillo ha rotto il silenzio su Facebook per difendere suo figlio, oltre a mettere in difficoltà il M5s e a rappresentare secondo molti commentatori un’inaccettabile interferenza, ha cambiato le carte in tavola sul fronte della comunicazione. Dopo quell’episodio è arrivato infatti l’articolo di Gianluigi Nuzzi su La Stampa che riporta la testimonianza della ragazza, e oggi l’intervista del Corriere della Sera al proprietario del B&B in cui alloggiava.
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