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Agguato in Sud Sudan contro il vescovo italiano Carlassare: picchiato e ferito alle gambe. «Volevano spaventarlo perché non accettasse l’incarico»

26 Aprile 2021 - 12:22 Davide Gangale
Il più giovane religioso al mondo a ricoprire tale ruolo, da poco nominato da papa Francesco, non è in pericolo di vita, ma ha perso molto sangue e sarà trasferito in Kenya. Dietro l'azione una possibile rivalità etnica

Agguato in Sud Sudan contro il vescovo italiano Christian Carlassare, missionario nella diocesi di Rumbek. In base alle prime informazioni disponibili, il religioso è stato gambizzato a colpi di pistola da due uomini. Non è in pericolo di vita, ma ha perso molto sangue. Ha bisogno di una trasfusione e verrà trasferito in Kenya. Originario di Schio in provincia di Vicenza, 43 anni, Carlassare è il più giovane vescovo italiano. Nominato da papa Francesco l’8 marzo del 2021, la sua ordinazione è prevista per la fine di maggio.

Secondo l’agenzia di stampa Fides, organo di informazione delle Pontificie Opere Missionarie, padre Cristian «è stato picchiato insieme alla suora che era con lui, poi gli hanno sparato quattro proiettili alle gambe». L’obiettivo dell’attentato sarebbe stato «spaventarlo, in modo che non venga consacrato vescovo». L’agguato sarebbe avvenuto trenta minuti dopo la mezzanotte. Ad agire due persone armate, che hanno fatto irruzione nella casa del religioso. «Pregate non tanto per me, ma per la gente di Rumbek che soffre più di me», ha detto Carlassare dopo l’agguato. Il religioso ha potuto parlare direttamente al telefono con la sua famiglia, per informarla sulle proprie condizioni di salute.

ANSA | Padre Christian Carlassare, missionario italiano e vescovo eletto della diocesi di Rumbek, in Sud Sudan, è stato ferito da due uomini armati; è in condizioni stabili, 26 aprile 2021.

La diocesi di Rumbek, nata nel 1975, è sede vacante dal 2011, dopo la morte di monsignor Cesare Mazzolari. I fedeli sono di maggioranza dinka, una delle etnie più numerose nel Sud Sudan, e avevano accolto padre Christian lo scorso 16 aprile. «Ma probabilmente», come commenta la rivista dei missionari comboniani Nigrizia, «a qualcuno non andava giù che un giovane venuto da lontano e che avesse lavorato per 15 anni con l’altro gruppo etnico preponderante nel Paese, i nuer, fosse stato scelto per guidare la diocesi».

Monsignor Claudio Cipolla, vescovo di Padova, nel cui territorio è compresa la località di Piovene Rocchette dove risiede la famiglia di Carlassare, si è detto «profondamente scosso» per la notizia dell’agguato. Poi ha aggiunto: «Esprimo a nome mio personale e di tutta la Chiesa padovana vicinanza a padre Christian, ai suoi genitori Marcellina e Pierantonio con cui ho parlato non appena appresa la notizia, ma anche alla comunità di Piovene Rocchette dove padre Christian è molto amato e conosciuto. Un pensiero particolare e intenso va ai comboniani, impegnati in queste terre e in altre situazioni difficili nel mondo e al popolo sud sudanese colpito da una gravissima crisi umanitaria e martoriato da continue violenze e aggressioni». Monsignor Cipolla ha ringraziato infine «il pronto intervento dei medici di Medici per l’Africa Cuamm, il cui compound è contiguo a quello della curia», che ha consentito di scongiurare il peggio e stabilizzare la situazione.

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