Il vaccino e il fantomatico microchip sottocutaneo sono diventati realtà? No, spieghiamolo ancora una volta!
Non è la prima volta che trattiamo l’argomento. Secondo alcune teorie del complotto diffuse in passato, attraverso i vaccini verrebbero somministrati dei fantomatici microchip capaci di controllarci. Un’altra versione della narrativa complottista era fuoriuscita a seguito di un cerotto scambiato per microchip soprannominato «tatuaggio quantico». Un articolo del 13 aprile 2021 de Il Giornale, intitolato «Vaccinazioni con un microchip.”Ecco perché il futuro è questo”», ha destato l’attenzione di chi ci credeva riscontrando una presunta conferma alle proprie idee.
C’è un problema. Se gli utenti si soffermano solo al titolo de Il Giornale, senza leggerlo per intero, non riescono a farsi un’idea di quanto stia accadendo realmente. Dei microchip sottocutanei, iniettati insieme al vaccino, non c’è traccia! O meglio, si parla di un’idea per il futuro e per la diagnostica attraverso la pelle.
Per chi ha fretta
- Non è previsto alcun microchip sottocutaneo somministrato attraverso i vaccini.
- Da una parte abbiamo un “vaccino-cerotto” che effettua la somministrazione attraverso dei micro-aghi solubili.
- Dall’altra abbiamo un “cerotto intelligente” studiato per analizzare la reazione dei farmaci, come gli antibiotici, in velocità e precisione rispetto alle comuni, e lente, analisi del sangue.
- L’applicazione è temporanea e può essere rimossa con facilità (come un cerotto) in qualsiasi momento.
Analisi
Nell’articolo del 13 aprile 2020 i teorici complotto narravano di presunti microchip sottocutanei capaci di “controllarci” e di «tatuaggi quantici» che, in entrambi i casi, non esistevano. Ecco quanto affermato all’epoca:
«Il cerotto con 400 micro-aghi è quello finanziato e raccomandato dalla Bill e Melinda Gates foundation … Lascia nella pelle un tatuaggio quantico, a voi invisibile, ma leggibile da chi dispone dell’apposito lettore elettronico: il tatuaggio è fatto di microscopici cristalli semiconduttori, e informa il lettore di chi voi siete, e se avete ricevuto il vaccino – cosa essenziale, altrimenti non vi lasciano tornare al lavoro. Ma contiene un quantità di altre informazioni su di voi, sanitarie e no. Domani, potrà contenere informazioni sul vostro conto corrente, i vostri gusti sessuali, la vostra fedina penale».
La “prova” delle loro affermazioni era un’alternativa alle siringhe per iniettare i vaccini, un “cerotto” con dei micro-aghi solubili. Questo prodotto non è in grado, in alcun modo, raccogliere contenere informazioni sulle persone alle quali verrebbe applicato in quanto solubile.
Nell’articolo de Il Giornale si parla di un prototipo, uno «smart-patch vaccinale in fase di sperimentazione» presso l’Università di Swansea, che funge in parte da alternativa alla siringa con qualche caratteristica in più. Di che cosa stiamo parlando? Di una tecnologia che viene in parte studiata da anni, ne parlava un articolo della BBC del 2019.
L’articolo cita una pubblicazione su The Lancet, da parte dei ricercatori dell’Imperial College di Londra, dal titolo «Microneedle biosensors for real-time, minimally invasive drug monitoring of phenoxymethylpenicillin: a first-in-human evaluation in healthy volunteers». Non si tratta, in nessun caso, di un prodotto da introdurre sotto la cute in maniera definitiva, come immaginano i complottisti, ma dell’equivalente di un cerotto che si mette e si toglie dopo un breve periodo di tempo (e quando si vuole).
Il cerotto intelligente riportato su The Lancet era stato proposto come alternativa alle analisi del sangue per verificare quanto un paziente reagisca agli antibiotici somministrati, permettendo dunque agli operatori sanitari di avere dei dati in tempi celeri per la cura dei pazienti. Il progetto citato da Il Giornale attua in maniera molto simile, ma funge anche da “siringa”.
Come per il cerotto intelligente del 2019, l’obiettivo è quello di riscontrare le risposte infiammatorie a seguito della vaccinazione. Non essendo impiantato nel corpo in maniera definitiva, in quanto alla pari di un comune cerotto, ha una durata limitata: si parla di un massimo di 24 ore.
Il responsabile del progetto di Swansea, il Prof. Sanjiv Sharma (che si occupava di tale tecnologia già nel 2018 per l’analisi del glucosio), auspica la messa in commercio del cerotto intelligente entro tre anni, sempre se andrà a buon fine la sperimentazione insieme ai colleghi dell’Imperial College di Londra.
Ci sono diversi prototipi di «cerotti intelligenti» con l’obiettivo di misurare le vostre condizioni, come quello in studio presso l’Università di San Diego negli Stati Uniti: in questo caso viene chiamato «Wearable Sensors».
Conclusioni
Non si tratta, ancora una volta, del fantomatico «microchip sottocutaneo che fa cose brutte». Non si tratta nemmeno di un prodotto obbligatorio o somministrato a vostra insaputa, ma su base volontaria e che può essere rimosso con estrema facilità in qualunque momento (come quando vi strappate via un cerotto).
Da una parte abbiamo un prodotto alternativo alla siringa per la somministrazione dei vaccini, un’idea che tende a facilitarne l’utilizzo anche da parte di non operatori sanitari. Dall’altra abbiamo uno strumento di analisi che spera di essere più veloce di una classica analisi del sangue, con l’obiettivo di fornire informazioni in tempo reale agli operatori sanitari nel trattamento di un paziente. Il tempo, nella medicina e negli ospedali, è spesso fondamentale.
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