Il misterioso documentario sul caso Regeni. Parla l’ex ministra Trenta: «Se avessi saputo che era contro di lui, non avrei partecipato»
L’ex ministra della difesa nel Governo Conte I, Elisabetta Trenta, è tra i protagonisti del documentario contro Giulio Regeni comparso in questi giorni attraverso i social, in forma anonima e che non ha nulla a che vedere con il recente documentario di Alaraby TV. Contattata da Open, dichiara di essere stata ingannata in quanto contattata da un presunto giornalista dell’emittente saudita Al Arabiya intenzionato a coinvolgerla in un documentario sulle relazioni tra Italia ed Egitto.
Contattata nella prima metà di aprile da quello che sembra essere un giornalista dell’emittente con sede a Dubai, attraverso un indirizzo Gmail, aveva concordato di non parlare affatto di Regeni o del caso Zaki, ma le ultime vicende sugli 007 egiziani l’aveva convinta a sfiorare l’argomento. Ecco il testo dell’email ricevuta in data 12 aprile 2021:
Egregia prof.ssa Trenta,
sono il rappresentante dell’emittente araba Al-Arabiya in Italia. La nostra troupe è a Roma per svolgere un film documentario sui rapporti diplomatici ed economici fra Italia ed Egitto. Volevo chiederle la Sua disponibilità per effettuare un’intervista di circa 30 minuti.
Dopo aver effettuato molte interviste a riguardo credo fortemente che la Sua, sarebbe fondamentale nella finalizzazione del progetto. Le sarei molto grato se potesse rilasciar l’intervista quanto prima possibile.
Certo di un Suo cortese e sollecito riscontro le porgo i mei più cordiali saluti.
Dietro la telecamera non c’era il presunto giornalista che l’aveva contattata, ma un giovane ragazzo egiziano che – secondo l’ex Ministra – molto probabilmente era all’oscuro di tutto: «Gli dissi di non parlare del caso Regeni e di quello di Zaki, lui rispose che gli andava bene perché voleva tornare in Egitto».
«Questa è disinformazione!» dichiara a Open l’ex ministra Trenta commentando l’intera operazione condotta ai danni suoi e del giovane Giulio. Ci sono stati dei tagli? Hanno manipolato le sue parole? Un modo per scoprirlo c’è ed è un video registrato per sicurezza da un suo collaboratore durante il suo intervento.
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