Arrestati a Parigi 7 terroristi italiani, tre in fuga. L’Eliseo: «Estradizioni in due-tre anni. Per noi questione chiusa»
Sono stati arrestati sette ex membri delle Brigate Rosse, che da anni avevano trovato riparo in Francia. Altri tre sarebbero irreperibili e sono ricercati. L’annuncio dell’Eliseo arriva dopo che nei primi giorni di aprile si era riaperta una trattativa tra il governo italiano e quello francese per l’estradizione di diversi ex militanti di varie organizzazioni terroristiche che da circa 30 anni godevano in Francia del diritto d’asilo. Una protezione nata a metà degli anni ’80 con l’introduzione della cosiddetta “Dottrina Mitterand“, voluta dal presidente socialista francese nel 1985.
Per la Francia «la questione si chiude con queste estradizioni»
Secondo fonti dell’Eliseo, i dieci mandati di arresto «chiudono definitivamente» la vicenda degli ex terroristi degli anni di piombo fuggiti e protetti dalla dottrina Mitterrand in Francia. Per l’effettiva estradizione dei dieci terroristi potrebbero volerci «fino a 2 o 3 anni», come precisato da Parigi. L’iter giudiziario prenderà il via con le udienze caso per caso in Corte d’appello. Dopodiché si aprirà ai possibili ricorsi in Cassazione. Una volta conclusa la procedura starà al primo ministro emanare un decreto di estradizione, contro il quale potrà essere opposto ricorso davanti al Consiglio di Stato.
Gli arrestati
Tra gli arrestati che saranno estradati in Italia ci sono gli ex brigatisti Enzo Calvitti, Giovanni Alimonti, Roberta Cappelli, Marina Petrella e Sergio Tornaghi. In manette è finito anche Giorgio Pietrostefani, fondatore di Lotta Continua e condannato come mandante dell’omicidio del commissario Luigi Calabresi. E Narciso Manenti dei Nuclei armati contro il Potere territoriale, condannato all’ergastolo per l’omicidio del carabiniere Giuseppe Gurrieri nel 1979. Si sarebbero invece dati alla fuga gli ex brigatisti Luigi Bergamin, Maurizio Di Marzio e Raffaele Ventura.
Decisione presa da Macron
La decisione di procedere all’arresto è stata presa direttamente dal presidente francese Emmanuel Macron che «ha voluto risolvere la questione come l’Italia chiede da anni». Una scelta che «parte dell’urgente necessità di costruire un’Europa della giustizia, in cui la fiducia reciproca deve essere al centro», come spiegato in una nota ufficiale dell’Eliseo. Gli arresti «si collocano strettamente nella logica della “Dottrina Mitterrand” di accordare l’asilo agli ex brigatisti, eccetto ai responsabili di reati di sangue». Nella nota ufficiale si sottolinea altresì come «la Francia, essa stessa colpita dal terrorismo e comprende l’assoluta necessità di giustizia per le vittime» italiane.
La trattativa
La trattativa era partita dal 2019 con il ministro della Giustizia Alfonso Bonafede fino ad arrivare alla stretta finale nei primi giorni di aprile, quando la ministra Marta Cartabia aveva incassato una nuova disponibilità del governo francese a concedere l’estradizione per diversi terroristi italiani già condannati in via definitiva per reati commessi negli Anni di Piombo, cioè tra gli anni ’70 e ’80.
L’avvocata degli ex terroristi: «Indiganata»
Irene Terrel, storica avvoata degli ex terroristi italiani che hanno trovato asilo Oltralpe, ha accusato la Francia di «tradimento»: «Sono indignata – ha dichiarato -. Non ho parole per descrivere questa operazione che assomiglia a una piccola retata».
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