I numeri in chiaro, Sebastiani: «C’è una frenata nella discesa del contagio, le riaperture costeranno vite umane» – Il video
L’analisi dei dati sull’epidemia da Coronavirus in Italia mette in evidenza che, da almeno due settimane, «c’è una frenata nella discesa del contagio» a livello nazionale. Per Giovanni Sebastiani, matematico del Cnr, «questo è un elemento negativo, perché ci dice che la diminuzione della circolazione del virus è in frenata». Le previsioni dell’esperto sono quindi poco rassicuranti: «La situazione attuale mi aspetto che preluda, se guardiamo al passato e alle previsioni a breve termine in base all’andamento recente, a un periodo di stasi e poi a un successivo aumento». Non solo dei casi, ma anche della pressione sugli ospedali. Continua il professore: «Gli esempi più emblematici sono in modo particolare il Veneto e anche la Lombardia, dove da 10-14 giorni sia la curva che rappresenta la percentuale dei positivi ai tamponi molecolari, sia quella degli ingressi in terapia intensiva, sono piatte. Intendo le curve che stimo con il modello, depurando i dati dalle oscillazioni casuali giornaliere e quelle sistematiche settimanali».
L’Italia, aggiunge ancora Sebastiani, non è nella condizione ideale del Regno Unito, caratterizzata da una bassa incidenza di positivi e di decessi: «Loro adesso hanno circa 28 casi a settimana per 100 mila abitanti. Noi siamo scesi attorno a 140. Se loro riaprono, chiaramente avranno un aumento dei contagi, ma possono controllarlo con il contact tracing. Noi non possiamo farlo». Anche il professore, tuttavia, sa bene che «ci sono spinte sociali ed economiche per cui le riaperture sono inevitabili». Ma sarebbe stato meglio aspettare almeno fino alla fine di maggio, perché così «avremmo potuto somministrare altre 10 milioni di dosi di vaccino per mettere in sicurezza completa, con doppia dose, tutti gli over 70, che corrispondono all’86% della mortalità per Covid-19». Riaprendo ora, invece, la conclusione è spietata: «Ci sarà un costo in termini di vite umane, con migliaia di persone in più che moriranno».
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