Ore 12: segnale in contemporanea sulle pagine Facebook degli espulsi 5 Stelle. Nella nuova forza ci sono anche Lezzi e Morra
Mezzogiorno di fuoco (social): alle 12 spaccate di oggi – 30 aprile -, sulle pagine Facebook di alcuni parlamentari espulsi dal Movimento 5 stelle, è comparso lo stesso post: «Prevedo la fine di un sogno per molti. E di un incubo per molti di più». Un’azione organizzata che, spiega a Open uno di loro, «arriva da senatori e deputati impegnati per non tradire il mandato che ci hanno dato, votandoci, gli iscritti al Movimento. Forse diventeremo un gruppo parlamentare ma, al momento, ci uniamo per mantenere vivi i valori originari del Movimento, che possono collocarsi soltanto all’opposizione di un governo simile». La componente, per adesso, non ha ancora un suo nome, «ma lavoriamo per strutturarci e coinvolgere più persone».
Nella lista di chi sta partecipando al progetto, dai contorni ancora poco definiti, spiccano nomi di primo piano della galassia grillina come quelli dei senatori Barbara Lezzi e Nicola Morra. Ma ne fanno parte anche i deputati Cristian Romaniello, Rosa Menga, Michele Sodano, Alessio Villarosa, Simona Suriano, Raphael Raduzzi, Rosa Alba Testamento, Maria Laura Paxia e Massimo Baroni. I vertici dei 5 stelle non hanno commentato l’iniziativa di questi parlamentari eletti con il loro simbolo, «sappiamo, però, che molti deputati e senatori rimasti nel Movimento si trovano in estrema difficoltà per la deriva di appiattimento sul Pd», afferma Sodano.
«Dopo l’espulsione, è iniziato un confronto che si sta facendo più serrato tra noi espulsi – spiega Menga -. Chissà che un domani questa componente possa raccogliere altri fuoriusciti del Movimento. Tra chi è rimasto c’è profondo malcontento». Romaniello, anche lui raggiunto da Open, racconta l’origine di questa azione di gruppo, coordinata con una puntualità svizzera: «Siamo, semplicemente, un gruppo di parlamentari che hanno tutti in comune una cosa: siamo stati espulsi dal Movimento per non aver votato la fiducia al governo Draghi. Un voto che ci avrebbe fatto allontanare dai veri valori del Movimento – sostiene -. Ci stiamo riunendo perché abbiamo voglia di lavorare e vogliamo avere gli strumenti giusti – un peso specifico in parlamento – per portare avanti le istanze dei 5 stelle per le quali, i cittadini, ci hanno votato nel 2018».
Sodano: «In noi rimangono i principi fondativi del Movimento»
Molti gli incontri tenutisi in queste settimane tra i parlamentari espulsi. Sebbene l’obiettivo sembrerebbe quello di formare un gruppo parlamentare di opposizione, Romaniello afferma che «non è ancora il momento di realizzare qualcosa in più rispetto a un’attività finalizzata a un lavoro efficace in parlamento. Non abbiamo parlato di associazioni od organizzazione interna al gruppo. Ora, la cosa che ci unisce è la volontà di portare avanti i valori del Movimento», fuori, evidentemente, dai ranghi del Movimento. «Bisogna chiedere ai vertici dell’attuale Movimento 5 stelle – rincara Sodano – se si sentono davvero dei 5 stelle. In noi – dice riferendosi agli espulsi che hanno aderito all’iniziativa – i principi originari del Movimento, quelli che ci hanno spinto a entrare in politica, rimangono».
Menga: «Chi vuole schierare il Movimento a sinistra sta cercando di stravolgere il progetto originale»
«Personalmente – aggiunge Sodano – proprio non capisco l’alleanza strutturale con il Pd che, anzi, sta uccidendo il Movimento 5 stelle, nato come terza via per rinnovare la classe politica. Adesso il Movimento sembra essere diventato una garanza del sistema precostituito, una stampella del conservatorismo». D’accordo con lui la deputata Menga: «Ci hanno lasciati smarriti le dichiarazioni recenti di alcuni esponenti del Movimento. In principio, eravamo al di là della contrapposizione tra destra e sinistra, eravamo un movimento post-ideologico. Sentire parlare, oggi, di Movimento schierato a sinistra in un’alleanza strutturale con il Pd ci fa pensare che qualcuno voglia stravolgere il progetto originale».
Romaniello: «Di Battista è un amico e le sue idee sono vicine al Movimento delle origini, non a quello di oggi»
Che ci sia un accordo tra il nuovo gruppo e Davide Casaleggio per sostenere l’iniziativa? «No – taglia corto Romaniello, il quale però aggiunge -. Casaleggio, per me, è un gentiluomo. Si è occupato della partecipazione dei cittadini, della democrazia digitale, a discapito dei suoi interessi. Una persona per bene che ha subito il fatto di essere meno esplicito, più timido rispetto ad altri: una parola su di lui ha più eco rispetto a una parola detta da lui». Se Casaleggio, al momento, non ne saprebbe nulla, una fonte conferma a Open che «Alessandro Di Battista è a conoscenza dell’iniziativa di questo gruppo di parlamentari espulsi, sono cose che circolano». Interrogato Romaniello sul coinvolgimento del pasionario, il deputato risponde così: «Alessandro è un amico. Se n’è andato dal Movimento esprimendo le sue idee personali. E quelle idee non sono vicine al Movimento di oggi, ma al Movimento di un tempo».
Menga: «Dare forza all’opposizione al governo Draghi»
Il ritorno alle istanze del Movimento delle origini è il fil rouge che collega la posizione di Di Battista a questo gruppo di espulsi. I quali stanno portando avanti un confronto con l’altra componente di parlamentari fuoriusciti dai 5 stelle: «È avviato il dialogo con L’alternativa c’è – dichiara Menga -. Speriamo di poter continuare su questa strada per dare più forza all’opposizione al governo Draghi». Sodano, poi, sottolinea che «questo gruppo di lavoro è nato, essenzialmente, per continuare il proprio mandato seguendo i principi che ci hanno portato in parlamento. Stiamo già lavorando concretamente per emendare i prossimi provvedimenti – e aggiunge -. Il Movimento aveva un solo carburante: l’entusiasmo. Oggi, in chi è rimasto, quell’energia si è persa».
Sodano: «Chi ha votato la fiducia sta rischiando di diventare parte della casta»
«Sono felice di lavorare con questo gruppo di persone di grande caratura morale. Penso a Morra, sempre coerente, e agli altri che hanno mantenuto alta l’etica del proprio impegno politico – conclude Sodano -. Non votando la fiducia a Draghi, abbiamo fatto una cosa contro il nostro tornaconto, contro la nostra carriera politica. Ma se avessimo votato la fiducia, avremmo rischiato di diventare parte della casta». La nuova componente, e lo si evince dalle ultime frasi del post apparso su Facebook, sembra incarnare di quella stessa tensione anti-casta che aveva portato il Movimento 5 stelle, nel 2018, a essere il primo partito in Italia: «Continueremo a lavorare per la capacità di promuovere cambiamento grazie ad una visione che sfugge agli specialisti del potere, moderati nei modi, ma impietosi nel prendere spesso scelte prive di umanità, perché troppo impegnati a difendere l’esistente, il bieco potere che gestiscono, il familismo amorale che alimentano e da cui sono alimentati».
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