Non solo Fedez. Le censure del Primo Maggio, dal depistaggio di Elio al condom-ostia dei Management
Il concertone del Primo Maggio in piazza San Giovanni è stato per molto tempo uno degli eventi musicali italiani più attesi. Più volte l’appuntamento ha ospitato sul palco discorsi a favore dei diritti civili, a volte spiazzando gli stessi organizzatori e facendolo in modo non gradito alla Rai (che ne cura la diretta televisiva). Prima del caso Fedez, che ha superato la presunta censura della Rai per fare il suo discorso a favore del ddl Zan contro l’omotransfobia, la misoginia e l’abilismo, ci sono stati altri momenti di rottura tra artisti e istituzioni. Vale la pena ricordarne un paio.
L’esibizione degli Elio e le Storie Tese nel 1991
Sono passati trent’anni da quando la band Elio e le Storie Tese «depistò» la Rai e gli organizzatori del Concertone fingendo di attaccare con la canzone “Cassonetto Differenziato” per poi intonare “Sabbiature”, brano che parla di tutt’altro: satira, in anticipo, su Mani Pulite. «Questo è un depistaggio per i funzionari della Rai», cantava Elio, «ma d’altra parte noi siamo in buona compagnia». Nell’elenco di persone e casi giudiziari archiviati si facevano i nomi, tra gli altri, anche di Giulio Andreotti, Franco Nicolazzi e Pietro Longo. «Anche Andreotti – cantava ancora la band – è stato giudicato dalla Corte inquisitoria per un caso di depistaggio, il caso è stato archiviato come altri 410 su 411». Dopo un po’, il giornalista Vincenzo Mollica intervenne in diretta Tv per interrompere l’esibizione, annunciando un improvvisto cambio di rete.
May 1, 2021
In un’intervista a Le Invasioni Barbariche del 2013, Elio disse: «Parlavamo del fatto che la Commissione inquirente che si prendeva cura di Parlamentari coinvolti in fatti illeciti, su 111 casi, 109 casi li ha archiviati tutti, due solo li ha condannati. La cosa divertente e singolare è che nessuna delle affermazioni era cosa segreta o occulta. Era tutto stato ampiamente pubblicato su l’Espresso e il Manifesto. La nostra era una lettura di quell’elenco, ma non si poteva dire in televisione».
Il condom come ostia del Management del Dolore Post Operatorio nel 2013. E il nudo integrale per protesta
Un’altra performance poco gradita agli organizzatori e all’emittente televisiva fu quella del gruppo rock Management del Dolore Post Operatorio, che nel 2013, allo scopo di sensibilizzare gli spettatori sul tema del sesso sicuro e la contraccezione, portarono con loro un condom sul palco. Il cantante Luca Romagnoli alzò le braccia al cielo tenendo il preservativo come fosse un ostia, dicendo: «Questo è il budello che uso io che toglie le malattie dal mondo. Prendete e usatene tutti, fate questo, sentite a me». La diretta venne tagliata a metà dell’esibizione e Romagnoli, accortosi della censura televisiva, si abbassò i pantaloni rimanendo completamente nudo. Marco Godano, che aveva organizzato l’evento, si dissociò «duramente» dalla «violenza» (così la definì) del messaggio.
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