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Caso Grillo, tra i conoscenti di Ciro: «Il video? Coi telefoni gira tutto». Il figlio di Beppe: «Parleranno i fatti»

03 Maggio 2021 - 00:59 Redazione
Le telecamere di Non è l'Arena sono tornate a Porto Cervo per ricostruire la notte tra il 16 e il 17 luglio 2019

«Ci stanno i video». «Un sacco di amici li hanno visti». «Con i telefoni gira tutto». A parlare, davanti alle telecamere di La7, sono alcuni ragazzi, conoscenti di Ciro Grillo, che ammettono che i frammenti del video del rapporto sessuale al centro dell’inchiesta per presunta violenza circolano eccome. A detta loro, mostrano che la ragazza che ha denunciato Ciro e altri tre ragazzi era «consenziente». Sempre a Genova, l’inviata di Non è l’Arena ha intercettato sia Ciro Grillo («Non rilascio dichiarazioni, facciamo parlare i fatti», ha detto) sia un ragazzo – nascosto dietro gli occhiali da sole e sotto un cappuccio tirato sulla testa – che sarebbe Edoardo Capitta, uno degli altri tre giovani al centro dell’inchiesta. Davanti all’inviata di La7, però, il ragazzo continua a dire: «Ma io non sono Edoardo. Io non ne so niente, Edoardo vive nel mio palazzo, ma ci conosciamo poco. Edoardo? E’ un ragazzo tranquillo. Se è capace di fare una cosa del genere? Sui giornali si leggono cose brutte».

Nel corso della puntata, le telecamere di Non è l’Arena sono tornate a Porto Cervo per ricostruire la notte tra il 16 e il 17 luglio 2019, quella della presunta violenza sessuale. Usciti dalla discoteca Billionaire poco dopo le 5 del mattino, Ciro Grillo e i suoi amici avrebbero convinto due ragazze – tra cui la vittima della presunta violenza sessuale – a continuare la serata a casa. Secondo la ricostruzione a verbale della Procura, Silvia sarebbe stata vittima di una prima violenza attorno alle 6. Alle 9 la presunta violenza di gruppo.

Grillo, Capitta e Lauria la forzavano a bere della vodka […] la inducevano a compiere ripetuti atti sessuali

Verbali citati da La Verità

Stando a quanto ricostruito, le ragazze non avrebbero fatto ritorno nel bed and breakfast dove soggiornavano prima delle 15. «Sono tornate in taxi, abbiamo notato questo taxi e le ragazze vestite come la sera prima», raccontano dal bed and breakfast. Dieci giorni dopo quella notte, il 26 luglio, una delle due ragazze, Silvia, avrebbe presentato la denuncia ai carabinieri di Milano, che ha dato il la all’inchiesta della procura di Tempio Pausania. Un mese dopo, il 29 agosto, il sequestro dei telefoni, prima dell’interrogatorio dei ragazzi, il 5 settembre.

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