La corsa contro il tempo dell’Ue per salvare l’estate: la ripresa post Covid non può fare a meno del turismo
La Commissione europea ha ceduto alle pressioni degli Stati membri che dipendono dal turismo estivo, e ha annunciato una proposta per allentare le restrizioni sui viaggi “non essenziali” tenendo conto dei progressi delle campagne vaccinali e degli sviluppi della pandemia. Secondo la nuova regolamentazione, l’ingresso nell’Unione europea sarà consentito a tutte le persone provenienti da paesi con una situazione epidemiologica sotto controllo che hanno concluso il ciclo di inoculazioni di un vaccino autorizzato dall’Agenzia europea del farmaco. «È ora di rilanciare l’industria del turismo dell’Ue e di riaccendere le amicizie transfrontaliere, in sicurezza», ha detto la presidente della Commissione Ursula von der Leyen.
Bruxelles vuole alzare la soglia del numero di positivi utilizzata finora per valutare la situazione epidemiologica: i Paesi di provenienza dovranno avere un tasso di notifica pari a 100 su 14 giorni (ora sono 25), su 100 mila persone; verranno analizzate le percentuali dei test condotti, i tassi di positività e le tendenze. Sulla base di questi elementi sarà stilata una lista di paesi. Tuttavia, saranno ancora richiesti test, certificati ed eventuali periodi di quarantena, lasciando la possibilità a ogni Stato membro di scegliere se aggiungere ulteriori condizioni.
Secondo la proposta, gli Stati membri saranno obbligati ad accettare i vaccinati con Pfizer/BioNTech, Astrazeneca (Vaxzevria), Moderna e Johnson&Johnson; avranno la possibilità di riconoscere o rifiutare gli immunizzati con vaccini che hanno superato il processo di autorizzazione d’emergenza dell’OMS, ma non potranno riconoscere autonomamente altri prodotti. Ciò significa che chi è stato vaccinato con il russo Sputnik V o i cinesi Sinopharm e Sinovac non sarà autorizzato a viaggiare liberamente nell’Ue, o meglio, non in base alla vaccinazione.
L’obiettivo è aprire a Israele, Regno Unito e Usa
Il provvedimento della Commissione sarà presentato mercoledì nel Coreper, la conferenza degli ambasciatori dei 27 Stati membri. Bruxelles spera di arrivare al via libera del Consiglio europeo entro la fine di maggio, per aprire la stagione a giugno. Per quel periodo Bruxelles punta ad includere nell’elenco una buona quantità di paesi. L’obiettivo, desiderato e possibile, è di aprire ai viaggiatori da Israele, Regno Unito e Stati Uniti. Nonostante ci siano ancora degli interrogativi, il turismo estivo ha un ruolo troppo importante nel bilancio dei Paesi mediterranei (Spagna e Grecia in primis), soprattutto per quel che riguarda il flusso dei turisti britannici. Ma più si entra nel dettaglio, più aumentano le complicazioni.
Servirà un portale online per verificare i certificati di vaccinazione, mentre bisognerà continuare a controllare i minorenni (attualmente esclusi dalle vaccinazioni), ai quali sarà consentito di viaggiare insieme ai genitori presentando un test Pcr negativo effettuato non oltre 72 ore prima. Ogni Stato potrà definire i dettagli per conto suo, complicando lo spostamento dei turisti da un paese all’altro. La proposta prevede inoltre un meccanismo di ‘freno di emergenza’ che prevede la re-introduzione automatica dei controlli a fronte del superamento di determinate soglie di contagio. Il sistema ha l’obiettivo di limitare il rischio di importare le varianti del virus, ma se qualcosa dovesse andare storto – a causa di errori, allarmi o reazioni inappropriate – potrebbe scatenare un effetto a catena causato dal panico e compromettere l’intera stagione.
La corsa contro il tempo per il Green Pass
Intanto, la Commissione fa sapere che la maggior parte dei paesi dovrebbe riuscire a introdurre i “certificati verdi” entro la prima settimana di giugno, in anticipo sulla data di lancio ufficiale. Il Green Pass potrà essere in formato digitale o cartaceo, attesterà che una persona è stata vaccinata o è guarita dopo aver contratto il virus, o è risultata negativa al test. I funzionari di Bruxelles confermano che mentre sono in corso i negoziati inter-istituzionali tra il Parlamento europeo e le capitali per chiudere il testo dell’ordinamento giuridico, in parallelo procede lo sviluppo tecnico dei certificati. Tutti sono al lavoro per accelerare le procedure tecniche e amministrative, il tempo stringe. Anche a costo di prendersi qualche rischio l’obiettivo è avere tutti gli strumenti per garantire la circolazione attivi e funzionanti prima dell’estate, e salvare il settore turistico, il cui fallimento comprometterebbe la ripresa di alcuni dei Paesi più colpiti dalla crisi economica pandemica.
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