Covid19. Non c’è alcuna emergenza sanitaria in India? Ecco i dati contro la disinformazione
Nelle ultime 24 ore l’India ha riscontrato oltre 400 mila infezioni da Covid19 e oltre 3.700 decessi. Qualcuno ricorda che il Paese asiatico conta oltre un miliardo e 300 milioni di abitanti per sostenere che le percentuali dei casi e dei decessi non siano così importanti come si vorrebbe far credere. Viene fatto un confronto con l’Italia, ma si ignorano sempre le diverse variabili e i dati reali per portare avanti una narrativa negazionista. In questo articolo riporteremo i dati utili per comprendere la situazione indiana per rispondere alla disinformazione e le teorie del complotto.
La situazione indiana è del tutto precaria, soprattutto dal punto di vista dei dati. Dalle fonti ufficiali si riscontra un evidente aumento dei casi positivi e dei decessi Covid19, ma potrebbe esserci di fatto una sottostima a causa dei pochi test effettuati, della mancata registrazione dei decessi con la causa di morte e la diffusione nelle zone rurali. La situazione si scontra, inoltre, con un numero di posti letto nel Paese estremamente basso per la popolazione indiana.
I dati odierni
Veniamo ai dati, partendo da quelli disponibili su Ourworldindata.org. In India sono attualmente confermati 226.188 decessi Covid19 dal 2020 ad oggi. Confrontando il tutto con i decessi riscontrati negli Stati Uniti,
Come possiamo intuire dal grafico precedente, c’è stata una crescita esponenziale dei nuovi decessi nel mese di aprile 2021, mese in cui è stato più volte battuto il record dei decessi giornalieri del Paese asiatico.
Dovessimo fare un confronto a grandi linee, come quello effettuato da alcuni sostenitori della teoria dell’inesistente emergenza, l’India risulterebbe avere 20 volte la popolazione italiana. Questi numeri vengono tirati in ballo per proporre una estrema semplificazione del fenomeno, sostenendo un ulteriore confronto: 189 decessi (3.780 del 4 maggio 2021 divisi per 20) contro i 305 in Italia (sempre in data 4 maggio 2021). A un anno dall’inizio dell’emergenza Covid19 si sta ignorando il fatto che la diffusione di una malattia non avviene in maniera omogenea in tutto un territorio nazionale, è come se improvvisamente si volessero spalmare i casi positivi e i decessi riscontrati in Lombardia in tutto il territorio italiano.
La situazione geografica
L’emergenza è concentrata in alcune regioni, come avevamo spiegato in un articolo precedente.
L’Università di Harvard riporta alcuni grafici che ci consentono di visualizzare con maggiore dettaglio l’andamento dei casi positivi e dei decessi Covid19 nel Paese asiatico. Partiamo dai casi positivi nel mese di aprile 2021 per milione di abitanti.
Ecco, invece, il grafico dei decessi nello stesso periodo:
Ecco, invece, il grafico con il rapporto casi/decessi per tutto il territorio indiano nel mese di aprile 2021:
Lo Stato più colpito è quello di Maharashtra, dove è situata Mumbai, un territorio pari a circa 307 mila km² con una popolazione di circa 114 milioni di abitanti. Risulta interessante osservare il rapporto casi positivi e decessi in quello specifico territorio, un grafico che ci permette di dimostrare quanto la diffusione di una malattia e gli effetti che porta con sé non sono assolutamente spalmabili in tutto un territorio in maniera omogenea.
La differenza con il mese di marzo 2021 risulta essere estremamente visibile (ricordiamo che il rosso acceso indica i livelli più alti, mentre l’azzurro acceso la situazione più lieve).
La mancanza di un serio monitoraggio
Abbiamo un problema, ossia quello dei test Covid19. Attualmente, come in ogni Paese del mondo, non sappiamo quale sia il reale numero degli infettati e i numeri a nostra disposizione sono quelli dei test effettuati ogni giorno in un determinato territorio. Non abbiamo un grafico accurato come quello dell’Università di Harvard che ci fornisca il dato nel dettaglio, ma possiamo fare un confronto generale per il solo 30 aprile 2021, data in cui è stato registrato il record giornaliero di 401.993 casi confermati in India. In questo grafico fornito da Ourworldindata.org notiamo che il numero dei test giornalieri ogni mille abitanti è di gran lunga inferiore in India rispetto alla situazione italiana.
A spiegare questa mancanza di dati relativa alla situazione indiana è il Dott. Ramanan Laxminarayan, epidemiologo fondatore e direttore del Center for Disease Dynamics, Economics & Policy (CDEEP) con sede a Washington e Nuova Delhi. In un suo articolo, pubblicato dal The New York Times lo scorso 20 aprile 2021, dove spiegava la mancanza del monitoraggio dei casi nelle aree rurali, dove vive il circa 70% degli 1,3 miliardi di abitanti. In un articolo pubblicato su The Lancet lo scorso 5 settembre 2020, si evidenziavano le diverse mancanze relative ai conteggi dei decessi per Covid19.
Giridhara R. Babu, epidemiologo presso la Public Health Foundation of India, aveva riferito a The Lancet che nelle zone rurali la maggior parte dei decessi avviene fuori dagli ospedali. Non solo, Giridhara spiega che tra i decessi registrati solo il 22% viene riportata la causa di morte. Rijo John, analista presso il Center for Public Policy Research di Kerala (India) consultato sempre nell’articolo di settembre di The Lancet, che il 65% dei decessi totali per Covid19 in India erano stati registrati solo in quattro Stati, tra questi quello di Maharashtra, su un totale di 28.
Il 7 aprile, in un articolo del Time, l’epidemiologo Ramanan Laxminarayan afferma che i test rilevano solo una frazione dei casi reali nella popolazione indiana, sostenendo una sottostima dei casi dove per ogni 30 positivi ne verrebbe riscontrato solo uno. Una situazione che viene evidenziata in un’indagine svolta tra i mesi di agosto e settembre 2020, sostenuta a livello governativo e pubblicata da The Lancet il 27 gennaio 2021: «We estimated a cumulative 74·3 million infections in the country by Aug 18, 2020, with 26–32 infections for every reported COVID-19 case».
Il mancato accesso ai dati
In un articolo di Science del 4 maggio 2021 viene riportata la denuncia da parte degli scienziati indiani per il mancato accesso a tutti i dati governativi sulla situazione epidemiologica nazionale, utili a farli comprendere meglio la situazione emergenziale e i perché della seconda ondata che sta affrontando il Paese asiatico. Tutto nasce da una lettera del 29 aprile 2021, ottenendo una risposta dal consulente scientifico del governo indiano K. VijayRaghavan che per alcuni dei 740 firmatari era troppo breve, vaga e con tante promesse.
La denuncia dei mancati decessi registrati
C’è un ulteriore problema, ed è quello del conteggio effettivo dei decessi Covid19 o non Covid19. In un articolo del 14 aprile 2021 di New Delhi Television (Ndtv.com) viene denunciata la mancata registrazione e diffusione dei decessi nello Stato di Madhya Pradesh. Si parla di un forno crematorio di Bhadbhada Dam (Bhopal) dove in appena quattro ore sarebbero stati bruciati 30-40 cadaveri con tempi di attesa molto lunghi per i famigliari dei defunti. Un testimone afferma di aver atteso dalle 3 alle 4 ore e essersi trovato nella condizione di non aver potuto procedere con tutti i riti del caso.
Di fronte a questa situazione, le cifre ufficiali dei defunti risultavano essere incoerenti: nello stesso forno crematorio di Bhadbhada erano stati segnalati 37 decessi Covid, mentre il bollettino sanitario segnalava 37 morti totali nell’intero Stato. L’8 aprile, sempre secondo quanto riportato dal media indiano, erano stati cremate 41 corpi mentre il bollettino ne segnalava appena 27 in tutto il Madhya Pradesh. La storia si ripete, di giorno in giorno per la prima metà del mese di aprile 2021.
I posti letto
Non c’è solo una mancanza di certificazioni da parte dei medici, mancano proprio le strutture ospedaliere e i servizi stessi. Su Ourworldindata.org possiamo consultare il numero dei posti letto ogni 1.000 abitanti confrontando l’India con l’Italia e gli Stati uniti d’America secondo i dati ad oggi disponibili fino al 2017: il Paese asiatico presenta una disponibilità estremamente scarsa per il numero dei suoi abitanti, con circa 0,53 posti letto ogni 1.000 persone contro i 3,8 in Italia.
Nella sola Delhi, con oltre 18 milioni di abitanti, risultano esserci in data odierna 1.672 posti letto disponibili su 22.077 per i pazienti Covid, così come 29 posti disponibili di terapia intensiva su un totale di 5.400.
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