Ultimatum per 5.500 operatori sanitari non vaccinati in Liguria: senza spiegazioni sul rifiuto saranno sospesi
In Liguria 5.500 operatori che lavorano in strutture sanitarie pubbliche e private e che ancora non si sono vaccinati contro il Coronavirus stanno per ricevere una raccomandata che intima loro di dare spiegazioni entro 5 giorni, conteggiati a partire dal 14 maggio, pena i provvedimenti varati dal governo con il decreto legge del 1° aprile: dal demansionamento alla sospensione dal servizio senza stipendio. Come racconta Il Secolo XIX, al momento non è possibile stabilire quanti tra i 5.500 siano «vittime della burocrazia», chiamati cioè a dover certificare un obbligo già assolto, e quanti invece siano No Vax.
La raccomandata contiene un modulo da compilare inviare alle autorità sanitarie territoriali, assieme al certificato di avvenuta vaccinazione per i casi di mancata registrazione. Oppure a certificati che attestino l’inidoneità a ricevere il vaccino o il suo differimento, ad esempio per i casi di operatori che abbiano contratto il Covid di recente. In alternativa, chi si è attardato ma ha già deciso di mettersi in regola può allegare la ricevuta della prenotazione. Infine, in caso di mancata presentazione di qualunque tipo di documentazione, gli interessati sono invitati a prenotarsi «senza ritardo» tramite l’area dedicata della piattaforma vaccinale regionale. Una volta fatto il vaccino, la relativa certificazione dovrà essere trasmessa entro tre giorni a un indirizzo Pec dedicato.
I sindacati, tuttavia, sostengono che prima di applicare le norme previste dal decreto per chi rifiuta di vaccinarsi (lettera di richiamo, demansionamento, spostamento, sospensione senza stipendio), si aspettano una convocazione da parte delle aziende sanitarie. E dicono sì all’allontanamento dall’attività sanitaria diretta a tutela di tutti, ritenendo possibile adibire temporaneamente gli operatori No Vax ad altre mansioni, ma rifiutano l’ipotesi di provvedimenti più duri, come la sospensione dal lavoro e dalla retribuzione. Infine, sottolineano la necessità di tutelare i pazienti e gli operatori sanitari che resteranno in servizio, garantendo che gli organici siano mantenuti adeguati.
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