Loggia Ungheria, il pm Storari interrogato a Roma: «Davigo era autorizzato a ricevere i verbali di Amara» – Il video
Il pm di Milano Paolo Storari, indagato per aver passato all’ex membro del Csm Piercamillo Davigo i verbali in cui Piero Amara ha svelato la presunta esistenza della loggia massonica coperta Ungheria, si è difeso davanti ai magistrati della procura di Roma che lo hanno interrogato oggi, affermando che tutto si è svolto lecitamente. L’avvocato Paolo Della Sala, legale di Storari, ha detto infatti che il pm «non ha provocato assolutamente niente. Quello che è tecnicamente avvenuto è che delle informazioni, perché i verbali non sono che il supporto di informazioni, sono state comunicate a una persona autorizzata a riceverle. A sua volta questa persona le ha veicolate a un organo istituzionalmente competente. Tecnicamente il dottor Davigo era persona autorizzata a ricevere quegli atti, tale si era qualificato, e in tal senso aveva autorizzato il dottor Storari».
Storari, com’era emerso già nei giorni scorsi, ritiene di aver seguito nella sostanza le indicazioni previste da una circolare del Csm del 1994, secondo cui «il pubblico ministero che procede deve dare immediata comunicazione al Csm con plico riservato al comitato di presidenza di tutte le notizie di reato nonché di tutti gli altri fatti e circostanze concernenti magistrati che possono avere rilevanza rispetto alle competenze del Csm».
Sempre secondo Storari, l’indagine sulla presunta loggia Ungheria sarebbe stata frenata dai suoi superiori alla procura di Milano, per non inficiare il processo in corso sulla vicenda Eni-Shell/Nigeria, terminato in primo grado con assoluzioni. Quel processo vedeva tra gli accusatori anche l’ex manager Eni Vincenzo Armanna, legato all’avvocato Amara e indagato come quest’ultimo nell’inchiesta sul cosiddetto “falso complotto Eni”. Nel caso Eni-Nigeria, tra l’altro, i pm milanesi hanno trasmesso a Brescia parte dei verbali di Amara nei quali si gettava un’ombra su uno dei giudici: quel fascicolo è stato archiviato.
L’avvocato Della Sala, al termine dell’interrogatorio durato circa due ore, ha aggiunto che Storari avrebbe consegnato i verbali a Davigo «per tatto istituzionale» e che «tenuto conto della delicatezza delle dichiarazioni che si ritiene siano oggetto di questa indagine, riteniamo perfettamente legittimo e conforme a legge quanto accaduto». I verbali di Amara sono stati poi recapitati alle redazioni di alcuni quotidiani accompagnati da una lettera in cui si tacciava di inerzia il capo della procura di Milano, Francesco Greco. Per questo episodio l’ex segretaria di Davigo, Marcella Contrafatto, è stata accusata di calunnia dai pm di Roma. Mentre Greco, da parte sua, ha consegnato ieri alla procura generale di Milano una relazione per ricostruire tutti i passaggi nella gestione dell’inchiesta e sempre ieri è stato ascoltato dai magistrati romani.
«Storari è sereno, è un magistrato, come ce ne sono moltissimi, la luce del cui ufficio resta accesa fino a tardi la sera e tutti lo sanno. Molto amato all’interno del foro, è considerato anche dai colleghi perché ha sempre saputo lavorare anche con assoluta apertura, in condivisione con gli altri: è tutto meno che un soggetto portato all’individualismo», ha detto ancora l’avvocato Della Sala, senza entrare nel merito del luogo in cui i verbali sono stati consegnati a Davigo, aspetto cruciale per stabilire la competenza territoriale a indagare. «Risponderemo ogni volta che verremo convocati davanti all’autorità giudiziaria», ha concluso il penalista.
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