Coronavirus, perché l’Ue non rinnova il contratto con AstraZeneca? La sicurezza del vaccino non c’entra nulla
Thierry Breton, commissario europeo al Commercio interno, ha annunciato che l’Unione europea non rinnoverà il contratto con AstraZeneca per il suo vaccino anti Covid19. Una decisione che, visto lo scetticismo dei presunti casi di trombosi seguito dal tira e molla delle autorità nazionali, viene interpretata come una conferma politica del «vaccino non sicuro». Non è affatto così. Fino ad oggi l’EMA non mai bocciato il vaccino anglo-svedese, confermandone la sicurezza per tutte le fasce d’età. I lotti previsti dall’attuale contratto non verranno affatto messi da parte, le somministrazioni continueranno finché c’è disponibilità del vaccino, ma la questione è piuttosto legata alla vicenda delle forniture e dalla recente azione legale avviata dalla Commissione contro AstraZeneca.
La contestazione riguarda l’affidabilità nella fornitura, e non nella sicurezza del vaccino (repetita iuvant), che l’azienda non sarebbe in grado – a detta dell’Ue – di garantire con tempestività. Al momento si parla del mancato rinnovo di un contratto che scade a giugno, ma la stessa Commissione non esclude un eventuale cambio di rotta.Un cambio di rotta che potrebbe avvenire o meno, al momento non sappiamo come questa mossa possa minare le intenzioni di Italia, Regno Unito e Germania, tre Paesi che di fatto stavano dando il loro parere positivo alla somministrazione del vaccino di AstraZeneca agli Under 60.
Una disputa, quella tra la Commissione e l’azienda ango-svedese, che viene portata avanti da giorni. La decisione arriva dopo un contratto con Pfizer, ma non sappiamo se questo abbia influito o meno sulla decisione della Commissione: «per 900 milioni di dosi garantite più 900 milioni di opzioni con Pfizer-BioNTech per il 2021-2023», ha scritto Ursula von der Leyen.
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